Il toro e l'orso, simboli del mercato rialzista e ribassista davanti alla Frankfurt Stock Exchange (via Wikimedia)

Si salverà l'Italia dall'Orso dei mercati?

Mariarosaria Marchesano

In un contesto globale in rallentamento, il nostro paese è un ulteriore fattore di destabilizzazione. Per Goldman Sachs bisognerebbe cambiare coalizione di governo prima che scatti un ribaltamento come quello del 2011-2012

Milano. Ce la farà l'Italia a difendersi dalla zampata dell'Orso che sta graffiando i mercati globali? La domanda è d'obbligo in una fase in cui si moltiplicano i segnali di rallentamento e il nostro paese è in preda a una grave fase di incertezza. L'autunno ha portato un cambiamento di umore tra gli investitori e la volatilità è salita di colpo. Il campanello d'allarme è suonato dall'indice VIX, noto come misuratore del rischio finanziario e chiamato per questo motivo anche “indice della paura”. Introdotto dalla Borsa di Chicago nel 1993, il VIX si è affermato negli ultimi 20 anni perché ha quasi sempre intercettato i segnali di pericolo che hanno preceduto eventi come lo scoppio della bolla speculativa delle dot.com nel 2000 e la grande crisi finanziaria del 2008. Ebbene, quest'indice è aumentato del 100 per cento nella sola settimana che va dal 3 al 10 ottobre passando da 11.61 a 22.96 punti. A farlo notare è il gruppo di investimenti Amundi nella sua ultima ricerca che porta la firma di Pascal Blanquè e Vincent Mortier, secondo i quali non ci sono dubbi sul fatto che i mercati subiranno una correzione verso il basso. “Non è un incubo, ma ci saranno momenti di difficoltà - dicono i due analisti – Nonostante tutto crediamo che questa non sia l'inizio di un prolungato 'mercato dell'Orso'. Ci potrà essere un'ondata di ribassi giustificata anche dalla riallocazione dei rischi sul mercato”.

   

Bofa Merrill Lynch: siamo alla fine del ciclo espansivo

 L'incertezza sul fronte delle tariffe commerciali e l'aumento dei tassi di interesse americani, con il conseguente incremento dei rendimenti sui Treasury, sono tra i fattori che hanno contribuito al cambio di umore dei mercati. Così, da inizio ottobre gli indici delle Borse, S&P, Eurostoxx50 e Hang Seng, sono tutti in discesa contribuendo a diffondere lo scetticismo. Secondo il periodico sondaggio che la banca d'affari americana Bofa Merrill Lynch conduce tra i suoi gestori, l'85 per cento degli intervistati ritiene che l'economia globale sia arrivata alla fine del ciclo espansivo, una percentuale che è di 11 punti superiore a quella registrata nel dicembre del 2008, all'inizio della grande crisi finanziaria seguita al crack di Lehman Brothers. E alla domanda su come si svilupperà l'economia globale nel prossimo anno, il 38 per cento prevede una decelerazione, il che rappresenta la peggiore prospettiva sulla crescita dal novembre 2008. Ma non è finita.

   

Pictet: troppe obbligazioni con rating basso

 Un ulteriore segnale critico arriva dal mercato obbligazionario. Sia in Europa, sia negli Stati Uniti, sono aumentati gli emittenti di titoli con rating BBB, che è il giudizio appena sopra all'high yield, cioè alto rischio, in parole povere i titoli “spazzatura”. Secondo uno dei più grandi gruppi d'investimento a livello mondiale – Pictet Asset Management – la proporzione di obbligazioni con rating BBB “è eccezionalmente elevata rispetto ai cicli precedenti, essendo bruscamente aumentata negli ultimi 10 anni”. Così le obbligazioni con questo tipo di rating valgono oggi circa la metà dell'intero mercato sia in Europa sia negli Stati Uniti. “Questa situazione potrebbe avere serie conseguenze in una fase di flessione”, dice Pictet. Perché? Semplice, i debitori con il bollino BBB tendono a essere declassati con il deteriorarsi della loro situazione finanziaria, diventando dei “fallen angel”, angeli cadenti. Ma c'è il rischio che il mercato degli high yeld, che è immediatamente sottostante, non riesca ad assorbire l'arrivo di ondate dal piano di sopra. Insomma, la possibilità di un crollo dei mercati e di una nuova recessione, che veniva appena paventata dagli analisti finanziari fino a qualche settimana fa, appare molto più concreta.

  

Goldman Sachs: ci sarebbe rally con politica fiscale meno espansionistica

 In questo contesto di difficoltà l'Italia si colloca come un elemento di rischio geopolitico e di ulteriore destabilizzazione a causa della situazione di grave incertezza legata alla tenuta dei conti pubblici. Non è un caso che gli indici della Borsa italiana stiano sottoperformando la media dei listini europei. In questa fase, l'eventualità di nuove elezioni non viene esclusa da analisti e osservatori. La banca d'affari Goldman Sachs, basandosi sugli ultimi sondaggi, dice che una coalizione di centro-destra è quella che mostra le maggiori possibilità di vittoria nel caso di un ricorso anticipato alle urne. “Un nuovo governo che avesse una politica fiscale meno espansionistica di quello attuale, che vede la somma degli interventi di due partiti diversi, porterebbe sollievo e a un rally dei mercati finanziari in Italia”. Ma questo, sempre secondo Goldman, deve avvenire “prima che scatti un ribaltamento economico, come quello che si è visto in Italia nel periodo 2011-2012”.