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“Pazza” Affari. Così il Def aumenta la speculazione in Borsa

Mariarosaria Marchesano

Nei giorni dell’annuncio del deficit-pil al 2,4 per cento, si sono amplificate le scommesse al ribasso da parte degli hedge fund facendo scappare gli investitori istituzionali. Impennata degli indici di volatilità 

Milano. La nota di previsione del Def partorita dal governo giallo-verde rappresenta uno spartiacque tra come l’Italia si presentava prima agli occhi degli investitori e come si presenta oggi. Una sorta di elemento divisorio che, sia per la forma che per la sostanza, ha indotto molti operatori a riconsiderare la strategia di posizionamento sul nostro paese. Per quanto, infatti, negli ultimi cinque mesi la percezione del rischio politico fosse aumentata, come dimostra il progressivo innalzamento dello spread, il mercato italiano non aveva caratteristiche tali da essere etichettato come “volatile” oppure “speculativo”. Dalla scorsa settimana, però, qualcosa è cambiato. Nei giorni a cavallo dell’annuncio del rapporto deficit/pil al 2,4 (poi corretto al ribasso nell’arco dei tre anni) sul mercato azionario e su quello dei titoli di stato si sono amplificate le scommesse al ribasso da parte dei fondi speculativi facendo scappare gli investitori istituzionali, che per definizione hanno un approccio più prudente e di lungo termine. Un esperto operatore di Borsa, che richiede l’anonimato, rivela al Foglio un dato che dimostra come, ancora prima della presentazione della nota di previsione da parte del governo, ci fossero segnali di nervosismo sul listino milanese. Già all’inizio della scorsa settimana, infatti, erano cominciate a lievitare le quotazioni dell’“Atm straddle”, cioè uno strumento utilizzato dagli investitori per coprirsi proprio dal rischio di volatilità sui mercati azionari. Tra lunedì 24 e martedì 25 settembre, nonostante la Borsa fosse andata bene, lo “straddle” è aumentato a 800 punti contro i 600 della settimana precedente. Era il primo segnale che qualcuno si attendeva un annuncio deludente da parte del governo. Cosa che poi è accaduta nei giorni successivi. Infatti, tra giovedì 27 e venerdì 28, in concomitanza, quindi, con le prime anticipazioni sul Def che contenevano obiettivi di deficit superiori alla previsioni, lo strumento di copertura è arrivato a superare i 1000 punti. Un livello che dagli addetti ai lavori viene considerato almeno allarmante.

  

L’Italia è vista molto più volatile di quanto lo fosse qualche mese fa. E questa percezione rischia di aumentare con la prospettiva di un declassamento del debito da parte delle agenzie di rating e di un confronto aspro tra il governo e la Commissione europea sulla legge di Bilancio per il 2019. Questa situazione, che sta attirando soprattutto gli hedge fud americani, è un terreno franoso per investitori più conservativi come i grandi fondi pensione che si stanno riposizionando sull’Italia con approcci variabili. Un colosso mondiale del risparmio gestito come BlackRock, che si muove seguendo gli indici dei mercati dei vari paesi in cui investe, ha scelto una posizione “attendista”, dopo avere comunque già alleggerito il peso dei suoi acquisti sull’Italia proprio in considerazione di un maggior rischio percepito. La banca svizzera Ubs, in un report degli ultimi giorni, giudica molto basse le probabilità di un default dell'Italia nei prossimi due anni e perciò scommette sulla stabilità raccomandando l’acquisto di Btp ma solo biennali. E il gruppo di investimenti Nomura, nell’ultima ricerca sul nostro paese, che porta la data del primo ottobre, non esprime una raccomandazione ma evidenzia che “con un deficit fiscale in espansione e nessun segnale positivo dal lato della crescita, gli investitori potrebbero mettere in discussione la sostenibilità del debito italiano. Inoltre, i dati attuali sulla crescita rendono ancora più difficile per il governo giustificare le sue proiezioni macroeconomiche prima della valutazione della Commissione europea”.

  

Da queste dichiarazioni, appare chiaro che quello che potrebbe cambiare è la qualità degli investitori e degli investimenti, facendo diventare la volatilità un elemento strutturale del sistema Italia. Non è un caso che il presidente di Borsa, Raffaele Jerusalmi, sia intervenuto qualche giorno fa dicendo che la volatilità rimarrà fino a quando non ci saranno maggiori chiarimenti sulla manovra e gli investitori si sentiranno un po’ più rassicurati. “Credo che non aiuti un certo tipo di narrativa che il governo tende a fare quando dice ‘a noi lo spread non interessa’. Queste cose non sono costruttive e non aiutano. Lo spread è un problema di tutti noi perché se costa di più il debito siamo noi che dobbiamo ripagarlo”, ha aggiunto Jerusalmi, che ha invitato il governo a essere “più cauto” nelle affermazioni visto che “il mercato è perfettamente in grado di capire se nella manovra ci sono iniziative che vanno verso una maggiore crescita”. Il governo Lega-M5s che, con il complottismo che lo caratterizza, vede come nemico numero uno gli “speculatori” sta invece trasformando l’Italia in un mercato speculativo.

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