Damian Lewis, in una scena della serie tv Billions

La crisi politica vista da Wall Street è una lucrosa occasione

Renzo Rosati

Avviso ai complottisti. L’America vende le nostre banche e guadagna sui bond. Ma Roma resta marginale. Imparare da Billions

Roma. Mentre Moody’s mette sotto osservazione per un possibile declassamento il rating dell’Italia e di una raffica di banche e aziende private – Unicredit, Intesa, Banca Imi, Cassa depositi e prestiti, Mediobanca, Bnl, Fca Bank, Credito emiliano, Cariparma, Raiffesen, Invitalia, Banca del Mezzogiorno, Cdp Reti, Valdostana Acque, Hera, Italigas, Eni, Poste, Rai – c’è chi, proprio a Wall Street, pensa che sia invece questo il momento di comprare bond italiani. E’ il caso di JP Morgan: sì, proprio quella il cui capo Jamie Dimon era stato accusato nel 2016, da un arco che andava da Matteo Salvini al Fatto Quotidiano, di essere l’ispiratore della riforma costituzionale di Matteo Renzi. Dopo la bocciatura al referendum l’autore della più gettonata tra le fake news su WhatsApp e Facebook fece outing: era un attivista No Triv. Mentre se ne guardarono bene politici e opinionisti.

 

Ieri dunque Nick Gartside, responsabile della divisione reddito fisso di JP Morgan Asset Management, ha detto che i Btp “sono ora una opportunità di acquisto”: “Dopo il recente sell-off c’è una disconnessione tra i rendimenti elevati dei titoli di Stato italiani e i fondamentali del Paese” afferma Gartside in una nota pubblicata da Reteurs. “Quando c’è questa situazione di volatilità si creano delle opportunità”. Gartside aveva tagliato il giudizio sul proprio portafoglio di debito italiano a “neutral” poco prima dello scoppio delle turbolenze sul mercato, ma ora sta valutando le opportunità per rientrare: “Il problema sono i tempi, l’evoluzione politica è difficile da comprendere”. Difficile anche dargli torto. Anche David Herro, capo investimenti azionari di Harris Associates con sede a Chicago, riferendosi ai ribassi delle banche europee e soprattutto italiane, ha dichiarato a Bloomberg Tv: “Questo è il ground zero della distruzione dei prezzi, la quale non corrisponde a una distruzione di valore”.

 

Per intenderci, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, il maggiore choc mondiale in tempo di pace, le Borse impiegarono meno di un anno a riprendersi. In Italia a soccorrere il Tesoro sono intervenute la Cdp e le Poste, aziende pubbliche (con dealer di peso come Goldman Sachs, Deutsche Bank e Nomura). Un favore al governo? Dipende. I Bot a 6 mesi sono stati collocati il 29 maggio all’1,2 per cento, contro un precedente tasso negativo dello 0,42. Il Btp biennale ha richiesto un rendimento del 2 per cento, rispetto allo 0,23. Ritorni più che appetibili sul breve periodo, a condizione certo che un governo populista non mandi l’Italia in default. Vale la pena ricordare che a fine 2011 chi investì nei Btp dai quali tutti fuggivano fece affari d’oro. Scommettendo però che il governo di Mario Monti avrebbe salvato la baracca, pur mandando gli italiani in pensione qualche mese dopo.

  

Moody’s, il cui primo azionista è Berkshire Hathaway di Warren Buffet, ha trasferito il quartier generale nel nuovo Word Trade Center. JP Morgan è a Midtown, sulla Park Avenue: 10 minuti di taxi. Tra i suoi primi cinque azionisti c’è BlackRock, che negli ultimi giorni ha disinvestito dalle banche italiane. D’altra parte il dossier Global Economics di ieri a cura di Capital Economics, centro indipendente di ricerche economiche con sede a Londra, rileva che l’esposizione sull’Italia di banche fuori dall’Eurozona è ridotta: poche percentuali da Svizzera, ancora meno dal Regno Unito e minima dagli Stati Uniti. Sono soprattutto francesi, tedeschi, lussemburghesi e spagnoli a investire sui nostri titoli pubblici e privati. Che esista una “Spectre” mondiale dei mercati per limitare la democrazia in Italia è il pezzo forte dei populisti. Però una serie tv come Billions, dove s’impara che la speculazione non è né buona né cattiva, è molto più convincente.

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