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Borsa e pmi, quasi quasi trasloco sul listino principale

Mariarosaria Marchesano

I piani della bolognese Bio-on che raggiunge 1 miliardo di capitalizzazione e pensa di trasferirsi sull’Mta mentre la padovana Sit ha già fatto le valigie

Mentre Wall Street fa il pieno di ipo di aziende tecnologiche e non (120 nuove quotazioni in sei mesi, aspettando Uber e Airbnb) e si attende un nuovo boom di operazioni a livello europeo, piazza Affari continua a muoversi con passo lento prediligendo i debutti delle piccole e medie società. Il primo semestre 2018 si chiude, infatti, con 14 quotazioni di cui 13 sull’Aim Italia, il listino dedicato, appunto, alle pmi con elevato potenziale di crescita, e una sola sul segmento principale: il gruppo padovano Carel Industries (impianti di refrigerazione).

 

Ma proprio l’inarrestabile crescita dell’Aim, che è arrivato a quotare oltre 100 società, potrebbe rappresentare un bacino di “reclute” da cui il mercato principale Mta può attingere in mancanza di nuove quotazioni. Alcune piccole società, infatti, si sono sviluppate a tal punto da considerare troppo stretto l’Alternative investment market. E’ il caso della Sit di Padova, specializzata nella sicurezza e controllo di sistemi di riscaldamento, che ha già presentato la domanda per traslocare sull’Mta. E presto potrebbe essere la volta della bolognese Bio-on, fondata nel 2007 da Marco Astorri, diventato in breve tempo il re dell’eco-plastica grazie a tecnologie particolarmente innovative e a un modello di business fondato sul licensing che gli ha consentito una rapida espansione a livello internazionale.

 

Bio-on è arrivata in Borsa nel 2014 al prezzo di 5 euro per azione. Oggi nel vale oltre 60 e capitalizza 1,1 miliardi di euro. Un vero caso per piazza Affari. Non solo. A fronte di ricavi consolidati che a fine 2017 erano poco superiori a 10 milioni di euro, la società prevede di chiudere il 2018 con un fatturato cinque volte superiore e di raddoppiare addirittura nel 2019 arrivando così a 100 milioni. “Prenderemo una decisione già nei prossimi mesi”, spiega Astorri al Foglio.it, “Stiamo valutando seriamente di fare un salto di qualità in Borsa spinti dal dinamismo e da risulti particolarmente soddisfacenti del nostro gruppo che riscuote consensi in tutto il mondo. Non nascondo che stiamo ricevendo offerte di quotazione anche da mercati esteri”.

  

La straordinaria perfomance della Bion non è passata inosservata agli occhi di grandi imprese e investitori. Non a caso qualche mese fa è entrato nel capitale della capogruppo Riccardo Luti, numero uno del produttore di arredi Kartell, e di recente il colosso Maire Tecnimont ha acquistato una partecipazione in una delle controllate di Bion che produce fertilizzanti biodegradabili.

  

La decisione va comunque ponderata con attenzione visto che esistono precedenti, come nel caso del gruppo digitale Triboo* guidato da Giulio Corno, che hanno prima annunciato il passaggio all’Mta e poi hanno fatto retromarcia poiché evidentemente non ci sono ancora le condizioni. 

 


  

Con una richiesta di rettifica il gruppo Triboo chiarisce di aver avviato il passaggio dall’AIM all’MTA, senza nessuna "retromarcia". Le negoziazioni sono iniziate il 29 giugno. "Il passaggio dal mercato AIM al mercato MTA è un evento rilevante che ci attendiamo possa dare visibilità al gruppo Triboo facilitando l’accesso di ulteriori investitori internazionali interessati al digitale", ha dichiarato Giulio Corno, amministratore delegato della società.

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