Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Renzi non arrampicarti sui decimali

Redazione
Peggio (molto peggio) dell’austerity c’è solo la spesa in deficit. La tentazione di "cantarle alla Merkel" non fa rima con "mani bucate". Non ha torto Renzi quando dice che “l’Europa deve servire 28 paesi e non uno solo”, il problema resta la credibilità sottostante a questa linea.

La tentazione di “cantargliele alla Merkel” è sempre forte in una certa Europa, specie mediterranea, e su alcuni argomenti anche giustificata. Vedi gli eccessi di austerity, che peraltro ormai risalgono a due o tre anni anni addietro; e vedi i due pesi e due misure che invece perdurano a beneficio di Berlino.

 

E’ su questo che Matteo Renzi ha insistito nel Consiglio europeo di Bruxelles e poi in un’intervista al Financial Times, spaziando dal caso del gasdotto russo-tedesco Nord Stream al surplus commerciale della Germania che viola le regole europee. Certo sul versante austerity non poteva fare breccia con il giornale della City visto che la Gran Bretagna le forbici le ha usate davvero, tagliando la spesa pubblica come invece non ha fatto l’Italia. Non ha torto Renzi quando dice che “l’Europa deve servire 28 paesi e non uno solo”, tesi rilanciata dal risultato elettorale della Spagna. Il problema resta la credibilità sottostante a questa linea. La legge di Stabilità è finanziata da un deficit che passerà dal 2,2 per cento previsto al 2,4, dopo l’impegno iniziale dell’1,8. Altri dieci miliardi strutturali che si aggiungono ad un debito che ha già superato i 2.200 miliardi.

 

Una goccia nell’oceano; ma la volontà di invertire la tendenza dov’è? Anche Spagna e Francia disattenderanno gli impegni a ridurre i deficit, e nel caso francese senza avere neppure realizzato una riforma (chapéu!). Italia, Francia, Spagna, Grecia: tutti paesi che continuano a finanziarsi aumentando l’indebitamento pubblico. Eppure ciò non riduce le tensioni sociali e politiche, che anzi aumentano. Sarà un caso? O peggio dell’austerity sono le mani bucate?