DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Sui "cambi di casacca" in Parlamento Enrico Letta cede all'antipolitica

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Enrico Letta pensa che la malattia della democrazia italiana consista in quelli che chiama “cambi di casacca” e cioè, spiace dirlo, nell’esercizio di un libero e costituzionale diritto da parte degli eletti, di cui, peraltro, non si è mai sentita una vera lamentala da parte dell’opinione pubblica, se non istigata da campagne antipolitiche. Non si accorge, Letta, di imbucarsi in un assurdo. Perché, sottoposto a rigoroso esame, il concetto di casacca neanche reggerebbe. La casacca è quella del partito in cui si è eletti? Difficile definirla così, perché un partito, uno stesso partito, può avere linee politiche differenti, ad esempio, tra ambito locale e nazionale, e scegliere un apparentamento in Europa e cose leggermente o fortemente diverse nel proprio paese. Qual è oggi la casacca, per dire, di un eletto in Forza Italia, magari al Parlamento europeo? È un popolare, e di conseguenza in Italia un centrista, o è un sovranista di destra, come vorrebbe la casacca delle sue alleanze nazionali? Ma anche il Pd non è esente da questi slalom ideologici e programmatici. Insomma, forse Letta ha scelto il momento storico meno adatto per scagliarsi contro quelli che, nel linguaggio di chi di solito non ha troppo a cuore il processo democratico, si chiamerebbero voltagabbana. È, semmai, questo il momento di rompere schemi, di, appunto, voltare gabbane, come, non coerentemente, il Pd si appresta a fare chiedendo reciprocità ai 5 stelle. Mentre si occhieggia al centro, ci si studia da sinistra con le parti non sovraniste del centro. O forse Letta crede alla leggenda della vittoria futura tutta a sinistra? Perché, sì, i socialdemocratici tedeschi (che comunque non stanno insieme alla sinistra sinistra di Linke), hanno quest’anno il vento a favore, ma puntano al 26% o poco più. E cosa se ne farebbero senza qualche ritocco alla casacca e qualche bavero da rivoltare? La fedeltà alla linea è l’ultimo rifugio di chi non ha un’idea in testa. La fedeltà alla linea imposta per legge (forse la più stupida delle riforme costituzionali possibili) non è neanche un rifugio.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Tassiamo la crescita e l’energia per crescere. La Norvegia (sì, siamo noiosi, ma in realtà è un’economia petrolifera) vuole impostare tutta la sua nuova politica, derivata dal recentissimo voto, sulla strategia energetica e ambientale. Sarà un modello, per qualcuno, ma non potrà esserlo per tutti. A proposito, certe cose bisogna saperle dire da sinistra (altrimenti non c’è speranza, si verrà sempre visti come biechi fiancheggiatori di big industry di qualche forma), e, forse, qualcosa si sta muovendo. Ma a noi non interessa tanto la Norvegia, quanto l’Europa. La politica europea resta impostata sulla tecnica del vincolo esterno. Si sceglie un obiettivo comune e poi si fa in modo che i singoli paesi membri si adattino. Ma questa volta sarà dura. E lo vediamo in queste ore con il ministro Roberto Cingolani costretto a esporre i costi di un assetto energetico che a lui non piace per niente ma con il quale deve comunque convivere.

 

Fatto #2

“Tassiamo i ricchi”, Alexandra Ocasio-Cortez lo ribadisce rosso su bianco e in modo molto visibile, anche perché l’aumento delle tasse per imprese con ottimi risultati e cittadini con redditi e patrimoni più alti lo sta per realizzare lo stesso presidente Joe Biden e si tratta di non farsi sfilare l’immagine battagliera. Lì le fanno i conti in tasca (ma che c’entra? Semmai rafforza il suo messaggio). In Italia, invece. E comunque sta arrivando un intervento sul fisco e dovrebbe portare qualche beneficio ai redditi medi da lavoro, grazie a una riduzione del peso di tasse e contributi (cuneo fiscale). Il tutto sempre nel sentiero stretto. Per creare qualche spazio di manovra in più e per riportare equità nella classificazione delle case si potrebbe migliorare il grado di conoscenza del reale valore degli immobili, quindi rendere più realistici i valori catastali. I dati ci sono e le capacità tecniche pure, servirà un po’ di coraggio politico e la rinuncia a qualche tabù. La Lega già strepita, insieme al resto del centrodestra. Chissà se Draghi ha intenzione di far pesare la sua forza politica e il suo prestigio per imporre anche ai riluttanti partiti una linea innovativa in economia. Questo è un punto davvero rilevante, regge anche per domani a cena (ne parleremo).

 

Fatto #3

Le ultime sulla vaccinazione nel mondo. E brava Lombardia. Sindacati che si oppongono alla sicurezza offerta dal green pass sul luogo di lavoro.

 

 

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