Sandro Gozi (foto LaPresse)

La polemica sull'incarico in Francia di Gozi e l'addio a Raffaele Pisu

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Un po' a sorpresa Sandro Gozi e l'incarico intelligentemente offertogli da Macron nel governo francese sono diventati uno strumento di comprensione e di discrimine della politica italiana. Strumento con efficacia in tutti i campi, non solo in quello della maggioranza governativa. Perché certo era scontato che contro questa iniziativa si scagliassero i grillini con il nazionalismo da paesello e i leghisti con la loro versione più putiniana del nazionalismo come forma identitaria da opporre alla libertà e al mercato. Per loro certamente Gozi era un nemico già prima e non solo per la partecipazione al governo Renzi, ma anche per la recente candidatura alle europee nelle liste macroniane e sottoponendosi al giudizio degli elettori francesi anziché di quelli italiani. Quando risultò primo dei non eletti ironizzarono in tanti sulla sua condizione di sconfitto e lontano da casa. Ora si scatenano in un rodimento interno da cui cercano di trarre motivi di propaganda. Ovviamente su un tema del genere si lancia, fuori dal governo, la fratellista d'Italia Meloni, sproloquiando di cittadinanza e politica.

  

Ma fuori dalla maggioranza c'è anche Calenda, che si definisce indirettamente “non fesso” perché avrebbe smascherato il rischio di informazioni rilevanti per lo stato italiano di cui ora Gozi potrebbe diventare portatore nelle stanze del potere francese.

  

  

Calenda e Meloni concordano sul tradimento, già nei fatti per la prima, solo potenziale ma probabile per il secondo, degli interessi nazionali da parte di Gozi. Nessuno che invece provi a ragionare nell'altra direzione. A stare alla logica meloniana o calendiana potrebbe anche avvenire che Gozi, nel cuore del governo francese, acquisisca lui informazioni sulle intenzioni di Parigi e le renda poi utili all'Italia. E' un'idiozia, ovvio, ma identica e simmetrica a quella denunciata dalla sovranista autarchica e dal "non fesso" democratico. E forse però, lasciando stare le informazioni e le spiate, un italiano alla corte di Francia potrà anche fare gli interessi dell'Italia, no? Magari in una visione europeista e non nazionalista, ma sempre interessi sono. Perché esiste un'area di convergenza, nello spirito europeo e anche nella prassi e nella concretezza delle cose, tra due grandi economie integrate e ricche di scambi reciproci. E invece di fare i “non fessi” (ma attenti che a fare i gran furbi poi non si finisce bene) si poteva lodare il modo di operare di Macron e il suo coraggio, nell'aver inserito un italiano nel governo, mentre la sua Salvini-Meloni, che si chiama Marine le Pen, sbraiterà un “prima i francesi”.

  

Comunque lì c'è Gozi al governo, qui c'è Salvini. Allora tra le tante la questione del giretto in moto del figlio certamente è la meno grave. Tuttavia va ricordato che il punto è nell'evidente intervento ministeriale, peraltro rivendicato definendolo un errore di papà, presso gli agenti di polizia. Una cosa che semplicemente non si fa, prima di tutto per rispetto agli agenti, trattati da intrattenitori del giovane Salvini.

  

Sospendono i consigli dei ministri perché non sanno come uscirne. La giustizia è un temaccio, perché la tecnica parolaia della maggioranza non può risolversi nel semplice non far nulla, come avviene in molti altri campi. I 5 stelle poi sono incappati in un ministro che ama sparare tesi forti, molto identitarie e molto allineate col fattismo (seguendo quindi le tesi di Travaglio e dei suoi magistrati di riferimento). In questo modo invischia il governo verso riforme durissime, anti-garantiste, forse popolari, ma dalle quali recedere è più difficile di quanto lo sia da una scelta no-Tav o dalle intemerate contro i Benetton

  

   

Un bel trimestre a zero Pil, con tutto fermo nella rappresentazione statistica come nella capacità decisionale del governo. L'Istat spiega tutto molto bene.

 

Intanto si lavora di più, o meglio si distribuiscono ore di lavoro, e quindi salario, tra più lavoratori (potrebbero esserci varie ragioni di tipo fiscale, tra cui la suddivisione del lavoro legale per non superare la soglia dei 5000 euro annuali).

  

Mentre si risolve col concorso di 5 paesi pronti all'accoglienza la vicenda della nave Gregoretti, che rischiava di assumere contorni imbarazzanti per i contrasti tra governo e Guardia costiera, ci si prepara a un altro confronto muscolare in cui il ministro dell'interno si mette addirittura a fare l'ammiraglio in capo, come sempre a un passo dal ridicolo (in cui precipiterà prima o poi)

 

Il liberalismo nel piatto spiegato da Rocco Todero con l'aiuto della Cassazione.

 

Com'è andato il dibattito democratico di ieri verso la scelta dello sfidante di Trump secondo Bill Kristol e tenete d'occhio anche quello di oggi

  

  

L'ambientalismo, militante o regalmente orecchiato, va sempre a finire allo stesso punto: il problema siamo noi umani. L'obiettivo finale sembra abbastanza pericoloso.

Comunque se volete buttarla proprio in confusione e fare un po' gli scemi potete sempre ricordare che i francesi prendono Gozi ma rifiutano Naomi Campbell.

  

Addio al divertente talento di Raffaele Pisu.