(foto Ansa)

nuova comunicazione

Ninja to Meraviglia. E perché no le Tartarughe come testimonial? Però meglio Tiziano di Donatello

Arnaldo Greco

Fallita l'operazione di marketing della Venere-influencer si potrebbe sfruttare il prossimo film della nota serie come campagna pubblicitaria. Ma c'è da fare rebranding sul quarto nome

Adesso che qualcuno ha fatto notare che il profilo Instagram della Venere di “Open to Meraviglia” non viene aggiornato da giugno ci si può concentrare su altri potenziali testimonial dell’Italia nel mondo. Dal 30 agosto è al cinema il nuovo film delle Tartarughe Ninja, Caos mutante, e, in effetti, nella follia generale sembra strano che nessuno abbia pensato di ingaggiare le quattro tartarughe ghiotte di pizza e dai nomi italiani come “ambasciatori dell’Italia nel mondo”, l’imbarazzante epiteto che viene utilizzato in queste situazioni. Ma prima c’è da risolvere un problema. Fin da quando ero bambino e ho visto per la prima volta le tartarughe ninja ho un cruccio: ma perché la quarta tartaruga si chiama Donatello? Intendo dire: Michelangelo, Raffaello, Leonardo erano nomi che già conoscevo, ma Donatello chi era? Da dove era uscito? Già il fatto di aver appena definito Donatello “la quarta tartaruga” è una mia costruzione mentale, nessuno ha mai stabilito un ordine di importanza. Però, allo stesso tempo, è evidente non solo a chi abbia studiato storia dell’arte, che la fama dell’artista Donatello è decisamente inferiore a quella delle altre tartarughe. 

 

Turisti accorrono da tutto il mondo in Italia per vedere Raffaello, Leonardo e Michelangelo e c’è tutto un immaginario, non solo pop, legato a questi tre: i putti di Raffaello (che detestiamo per quanto sono abusati), le magliette con l’uomo vitruviano, le decine di parodie della Gioconda, Dio che sfiora le mani di Adamo ma con le fattezze dei Simpson, l’autoritratto di Leonardo, i cioccolatini Raffaello. E pure le vecchie banconote in lire: esiste la diecimila lire di Michelangelo, la cinquantamila di Leonardo e, addirittura, la cinquecentomila di Raffaello. Ma Donatello? Neanche una banconota, giusto un’edizione di una moneta da 500 lire che ricordano solo i numismatici. E come immaginario pop forse solo il premio cinematografico con la statuetta del David. Ma nel resto del mondo il David è quello di Michelangelo. Non era solo il me bambino a essere ignorante, c’è qualcosa di più. 

 

Anche dal punto di vista squisitamente anagrafico le cose non tornano. Leonardo (1452-1519), Michelangelo (1475-1564) e Raffaello (1483-1520) sono pressoché coevi. Nel senso che hanno vissuto tutti la fine del Rinascimento, l’Italia invasa dalle potenze straniere, la scoperta dell’America. Donatello (1386-1466) invece è morto quando Leonardo era appena adolescente e gli altri due non erano neanche nati. Illuso che l’Italia fosse ancora il centro del mondo e il Mediterraneo con lei, illuso che le signorie fossero la più efficace forma di governo, che il Papa fosse ancora il capo di tutti i cristiani e il mondo non stesse cambiando rapidamente. 

 

La cosa mi tornava così poco che ho scoperto che perfino gli stessi autori, Kevin Eastman e Peter Laird, all’inizio pensavano di chiamare la quarta tartaruga “Bernini”. Da un punto di vista di fama prettamente artistica la cosa avrebbe avuto maggior senso (e infatti anche lui ha avuto la sua cinquantamila lire), ma Bernini non è una soluzione migliore di Donatello. Sarebbe stata l’unica tartaruga barocca a fronte di tre rinascimentali e quindi la questione anagrafica sarebbe risultata altrettanto incoerente. Ma quella dello stile non è l’unica questione: Bernini, infatti, è un cognome. Perché tre nomi e il quarto un cognome? Sarebbe stato un altro evidente tappabuchi. 

 

Che la questione del cognome sia importante lo prova anche il fatto che, da un punto di vista squisitamente logico, la quarta tartaruga dovrebbe chiamarsi Botticelli. E’ Botticelli (1445-1510), oggi, il più noto tra gli artisti contemporanei agli altri tre, come dimostra la stessa “meravigliosa” campagna. Se Botticelli non è stato scelto deve essere stato proprio perché, purtroppo, non è noto come Sandro, ma col cognome. Cosa oltretutto singolare. Non potendo, però, tornare alle vecchie abitudini e quindi a Sandro, la mia proposta è quella di spodestare Donatello e assegnare a Tiziano il nome della quarta tartaruga con un rebranding importante. Pensateci: Tiziano (1490-1576) è un nome proprio esattamente come gli altri e anche, proprio come gli altri, evoca subito Italia. Andrebbe bene per un profumo italiano, per una catena di gelaterie italiane o anche per dei salumi finto-italiani in un discount. E’ internazionale e, per i suoi trascorsi in Spagna, allargherebbe il pubblico a tutto il mondo latino e poi risolverebbe anche una questione cruciale della critica del Rinascimento. La critica contemporanea è, infatti, concorde nel considerare che lo studio del Rinascimento artistico si sia sempre concentrato troppo su Firenze e Roma, tralasciando le altre città d’Italia. Invece in Italia ci furono tanti rinascimenti. Tiziano potrebbe essere l’occasione per mettersi al pari con la critica anche nelle tartarughe ninja. E poi da lì lanciare nuovi spin-off, sempre naturalmente con patrocini ufficiali: Antonello (come Antonello da Messina), per esempio, è un altro nome perfetto.

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