Addio a Maria Giovanna Maglie, un caratteraccio dallo spirito libero

Giulio Meotti

Colta e contrarian, era a proprio agio nel trash televisivo, dove risiede quella popolarità che lei cercava con tutta la sua megalomania un po’ teatrale. Era spesso dalla parte del giusto e si metteva altrettanto spesso e con vanità dalla parte del torto

Era una donna difficile, che “scompariva”, Maria Giovanna Maglie. Tagliava ponti con la stessa rapidità generosa con cui li costruiva. 

 

Veneziana di nascita e romanissima d’adozione, gavetta all'Unità come inviata in America Latina, corrispondente per il TG2 in anni d’oro e burrascosi, anni importanti anche al Foglio, infine libri magnifici come la biografia “non autorizzata” di Oriana Fallaci e Israele e l’America sempre appuntati al petto, come stellette di un generale sovietico. 

 

Aveva una scrittura pulita e popolare, forbita ma mai leziosa. E una femminilità vanitosa con cui aveva percorso il maschilista (anche quando si dice “progressista”) giornalismo italiano, mostrando gli artigli di quella virilità sorridente di cui solo lei era capace. 

 

Non perdeva mai il senso dell’umorismo e aveva una risata di pancia, contagiosa. Colta e contrarian, era a proprio agio nel trash televisivo, dove risiede quella popolarità che lei cercava con tutta la sua megalomania un po’ teatrale. 

 

Da un anno combatteva con dei gravi problemi al cuore. Era spesso dalla parte del giusto e si metteva altrettanto spesso e con vanità dalla parte del torto. 

 

Puro istinto, le aveva fatto subito capire che questo è il tempo del populismo e ci si era gettata dentro, conservando però quella libertà di spirito e quel caratteraccio che l’aveva portata a rompere più di un rapporto. 

 

Generosa con chi amava e stimava, Maria Giovanna asfaltava, ma sempre col sorriso scafato. Mancherà a chi le ha voluto bene, la leggeva e la ascoltava.

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  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.