Maria Giovanna Maglie (foto LaPresse)

Craxi, la Maglie, gli indecenti. ¡Hasta mañana!

Maurizio Crippa

Prendersela con lei, dopo che a capo della Rai c’è una roba come Marcello Foa, fa ribrezzo. Ci vuole più decenza, per fare i censori

Ci siamo persi di vista da molto tempo, con Maria Giovanna Maglie, come è giusto che accada nelle amicizie senza un dare e un avere, solo l’allegria dei gossip e la gara alla battuta più perfida (vinceva sempre) per mettere sapore intorno al lavoro, come il sale sul bordo del Margarita. Non la leggo da mo’, ma non condivido una riga di quel che dice, suppongo in laica reciprocità. Ma che adesso l’impedimento a farla tornare in Rai sia che è stata craxiana, nella Rai in cui tutti sono stati tutto, e molto peggio che craxiani, e con le saccocce gonfie, e non si sono mai dimessi, manco a babbo morto, fa ribrezzo. Altri sono incazzati perché è trumpiana, ergo salviniana. L’occupazione dei posti pubblici di questa masnada è davvero repellente. Ma vivaddio, prendersela con la “simpatica stronza” (questo è un copiaincolla, prendo in prestito) dopo che a capo dell’azienda c’è una roba come Marcello Foa; prendersela con l’unica di questa orda che parli l’italiano, lo sappia anche scrivere bene, perché aveva fatto la radio e sapeva dettare pezzi al telefono all’impronta, fingendo di aver davanti il testo scritto, e invece col cazzo. Prendersela con lei, in mezzo a tutti questi andati al governo con il pedigree giornalistico di Paragone, di Casalino. La Maglie al posto che fu di una bieta lessa come Biagi. E allora? Ci vuole più decenza, per fare i censori. Salutava sempre dicendo ¡Hasta mañana!, ricordo dei vecchi tempi in cui la sinistra castrista andava ancora di moda. Oggi chissà come fa, coi muri di Trump.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"