Antoine Volodine (Foto di Jérôme Panconi)

Esotismi letterari

L'ultimo capitolo del delirante mondo di Volodine fra noir e thriller politico

Vanni Santoni

“Le ragazze Monroe” è la via più immediata per entrare nella mente dell'enigmatico scrittore francese. Un universo folle e spopolato, dove tutti escono sconfitti

Quando si parla di Antoine Volodine, l’enigmatico scrittore francese dai molti eteronimi – Manuela Draeger e Lutz Bassmann quelli che hanno visto qualche traduzione anche da noi –, la domanda più ricorrente è “da dove cominciare?”, dato che l’opera volodiniana, appartenente al genere auto assegnato del “post esotismo”, è un unico corpus narrativo che si articola in decine di libri. Una buona risposta è stata finora Terminus radioso, di certo il suo romanzo più imponente, già vincitore del Prix Médicis e pubblicato nel 2016 da 66thand2nd, la casa editrice italiana che più ha deciso di puntare sul non facile mondo post esotista. Libri singoli sono usciti altrove, come Undici sogni neri presso Clichy o Angeli minori dall’Orma, ma ormai da noi il nome di Volodine corrisponde al marchio 66thand2nd, oltre che alla sua principale voce italiana Anna D’Elia. Dato, infatti, che il post esotismo ha parametri tutti suoi (siamo in un inedito mondo post apocalittico nel quale ci sono già state due rivoluzioni comuniste, entrambe dagli esiti fallimentari, in cui le anime dei morti abitano lo stesso mondo dei vivi, gli umani si ibridano con gli animali e il concetto stesso di spazio-tempo è discutibile), quale che sia il libro con cui lo si approccia, la prima impressione è sempre lo choc. Terminus radioso era, quindi, una buona risposta, perché essendo molto vasto permette al lettore, pur lasciandolo all’asciutto di spiegazioni (da trovarsi sparse negli altri libri), un’immersione integrale in quel mondo.

 

Oggi, con l’uscita delle Ragazze Monroe, una nuova, plausibile opzione si presenta a chi volesse entrare nella mente delirante di Antoine Volodine; un’opzione peraltro più digeribile di Terminus Radioso, dato che Le ragazze Monroe va a inserirsi, sia pur con tutte le bizzarrie del caso, in un territorio a metà tra il noir e il thriller politico. Certo, siamo in un mondo folle e spopolato, in cui il Partito, o ciò che ne rimane, dà ancora la caccia a minuscole fazioni ribelli come i “Comunardi del supremo risveglio” o i “Disfattisti rossi” ed è talmente paranoico da prendersela coi morti, come il Monroe del titolo, membro assassinato, poi riabilitato e ora di nuovo sotto indagine, giacché parrebbe covare un piano sovversivo dall’aldilà; pure, il quadro è quello dei generi suddetti, maneggiati con sapiente nonchalance da Volodine, e quindi anche il lettore meno preparato a ciò che lo aspetta troverà le coordinate per orientarsi. Siamo, come al solito, in un mondo orribile, forse più orribile di quelli di altri romanzi dell’autore – le pianure radioattive post sovietiche non sono un bel posto, ma le città sono pure peggio – dove si muovono agenti post stalinisti pronti a torturare chiunque pur di ottenere informazioni su Monroe e sulle sue misteriose “ragazze”, le figlie che pare in grado di trasferire nel nostro piano di realtà a mo’ d’incursori. Gli agenti odorano “di ragni durante la cova” o “di tarantola e untume”, e tanti sono i richiami agli aracnidi da far venire il dubbio che siano ragni, allo stesso modo in cui l’insistenza sugli odori fa venire il dubbio che gli ex appartenenti al Partito vessati da costoro siano, in fondo, cani. Ipotesi bizzarre? Non per chi ha letto Gli animali che amiamo, del 2017, dove le chimere uomo-animale sono al centro della scena.

 

Riusciranno gli agenti di questo post Kgb a fermare le ragazze Monroe, che “notte dopo notte cadono giù sulla strada immersa nelle tenebre, e dopo essere rimaste immobili per un po’ accanto alle pozzanghere sistemano il loro armamentario paramilitare e scompaiono”? Oppure sarà Monroe, dall’aldilà, a spuntarla sul Partito? Domande in fondo futili (e qui è dove cadrà il lettore di noir, ma si spera che a questo punto l’affabulazione volodiniana l’abbia conquistato), dato che l’universo post esotico è un mondo di eterni corsi e ricorsi storici, da cui in fondo tutti escono sconfitti, a parte i martiri più idealisti – proprio come il nostro, potrebbe suggerire qualche impertinente.

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