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Ossessioni romanzesche

Il ladro di manoscritti che voleva solo circondarsi di libri

Mariarosa Mancuso

La storia di Filippo Bernardini, che pur di godere delle primizie letterarie è incorso in una frode. Rimane difficile individuare un vero danneggiato: Carlo Fruttero aveva già previsto tutto

Il caso giudiziario era stato correttamente tradotto in termini letterari dal procuratore che lo scorso luglio aveva annunciato l’arresto. “Una storia vera che diventa un racconto morale: una svolta inattesa nella trama porta il ladro di manoscritti in tribunale”. Impeccabile, non serve neppure la presunzione di innocenza: Filippo Bernardini si è subito dichiarato colpevole. E’ stato lui a sottrarre un migliaio di manoscritti a svariate case editrici americane ed europee. Romanzi di scrittori famosi come Margaret Atwood, Ethan Hawke, Sally Rooney, e romanzi di scrittori che famosi non erano ancora. Senza tornaconto economico. Per nessuno dei manoscritti – “ms”, nelle abbreviazioni che usa la gente del mestiere: agenti, scrittori, traduttori, editor, uffici diritti – è stato chiesto un riscatto, minacciando di pubblicare il testo su internet o di stamparlo in edizioni pirata. Era successo per esempio a Quentin Tarantino, nel 2014: la sceneggiatura di “The Hateful Eight” circolava online prima che il film andasse in produzione. Furioso per la fiducia tradita (aveva dato il copione da leggere a sei persone soltanto) il regista aveva deciso di non girare più il film. Poi ci ha ripensato. E adesso, sapere che la sceneggiatura del suo prossimo e ultimo lavoro sul set (dovevano essere dieci, non uno di più) è intitolata “The Movie Critic” mette a chiunque una gran voglia di rubarla.

 

Filippo Bernardini ha scritto qualche giorno fa una lettera al suo giudice. Le accuse sono pesanti: falsificazione di mail e sostituzione di persona. Ma è difficile individuare un danneggiato – a parte l’onore delle case editrici, degli agenti e di tutti gli addetti ai lavori che si sono lasciati ingannare dal gergo del mestiere, e da indirizzi debolmente falsificati. Erano più clamorose le false interviste che Tommaso Debenedetti vendeva ai giornali che le pubblicavano come vere. Ai manoscritti – ms – non è stato torto un capello. “Me li sono stretti al cuore”, ha scritto Bernardini nella lettera. Voleva solo leggerli. Voleva stare tra chi gode delle primizie letterarie. Li invidiava da quando un’agenzia letteraria lo aveva licenziato dopo uno stage.

 

Era diventata un’ossessione. Dopo il primo colpo riuscito, sono arrivati gli altri. I libri fanno questo effetto, su chi li vuole possedere comprandoli o rubandoli (per esempio i libri antichi, che poi non tocca per non sciuparli, potrebbero perdere il loro valore). E su chi li legge con smania e avidità, con la matita in mano, o anche la biro, o facendo le orecchie alle pagine, o sottolineando sul Kindle (i maniaci veri compravano due copie, una da leggere e una da lasciare intonsa). Carlo Fruttero lo aveva scritto, in “Mutandine di chiffon”: “Leggere è una passione esclusiva, come il gioco e il terrorismo” (meglio questo non dirlo al giudice, poi magari ne capita uno che ha letto solo il codice penale). Filippo Bernardini rischia da 15 a 21 mesi. Tanti, per una serie di letture “non autorizzate”. Assieme alla sua lettera ha fatto recapitare al giudice un plico di altre missive firmate dall’avvocato, dal fidanzato, dai genitori e dagli ex colleghi. Tutti a garantire che è un bravo trentenne nato a Terni, che ha studiato cinese all’Università di Milano e ha un master in editoria a Londra, dove ha vissuto. Gli 88 mila dollari di multa già stabiliti sembrano una punizione sufficiente. Tra gli autori letti indebitamente, il più sincero è stato lo scrittore e performer James Hannaham. Ha cominciato con la frase di rito delle vittime – “mi sono sentito violato” – e poi ha aggiunto che “nessuno deve sapere come scrivo male nella prima stesura di un mio romanzo”.

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