il vertice a glasgow

Fossi donna mi offenderei dell'ecofemminismo

Giuliano Ferrara

A Glasgow si sono riunite per una giornata intera le donne contro il "climate change". La nuova trovata per evadere dal tedio è lo specifico femminile come risorsa contro il maltrattamento patriarcale della natura e degli animali

Se questo mondo rintronato voleva trovare un modo per incrementare lo scetticismo verso la chiacchiera verde-apocalittica non poteva far di meglio che inventarsi una gran cerimonia di femminismo ecologista o ecologia al femminile. A Glasgow si sono riunite per una giornata intera (che poi come si fa a discutere una intera giornata rigorosamente del nulla, chissà) le donne che vogliono salvare il pianeta, nuova commedia di satira aristofanea. Fosse per i cosmetici, anche gli uomini devono rinunciare al dopobarba e agli spray, parità perfetta, e dunque?

 

Ci danno a intendere, ogni volta che si riunisce una superconferenza climatica, che è l’ultima occasione, l’ultima spiaggia, oltre si staglia l’abisso, ma forse è già troppo tardi. Ieri Parigi, oggi Glasgow, domani si vedrà, ma è tutto già bello che programmato nel gran consiglio onusiano della salvezza terrestre. Non si risparmia nessuna forma di loquacità ambientalista ansiogena. In un tripudio di passerelle, gadget, cortei di adolescenti che fanno gli adulti e di adulti eterni adolescenti, seminari, discorsi roboanti a sfondo tecnico-scientifico, un impressionante numero di paesi, tranne quelli che inquinano sul serio l’atmosfera perché hanno materie prime decisive per i loro conti o sono relativamente nuovi arrivati nella gara per lo sviluppo e la ricchezza, prende il polso al circuito mediatico, sempre sull’attenti e zelante, per riproporre l’incubo della casa che brucia. Da queste occasioni, che se governate in modo razionale e con la più netta esclusione del pasticciaccio simil-religioso sarebbero un luogo di riflessione utile per ripulire dall’inquinamento terre e mari, dunque di laica speranza in una migliore padronanza umana degli eventi e della natura, promana molta noia misticheggiante.

 

La nuova trovata per evadere dal tedio, sulla quale convergono la Ocasio-Cortez e la speaker Pelosi e altre folle di first lady, è lo specifico femminile come risorsa contro il maltrattamento patriarcale della natura e degli animali. Un movimento degli anni Settanta, maledetti, elabora scemenze in questa direzione. Le donne sarebbero natura, gli uomini cultura o civilizzazione, dunque più o meno crimine contro l’umanità, spirito di possesso degli elementi, effetto di dominio connaturale a un sistema ambientale antropicamente determinato da una storia maschile. E’ un altro banale capitolo della critica antibiblica, la fissazione ideologica di collegare il gas serra, il carbone e l’inclinazione carnivora al racconto della Genesi. Come per l’identità di genere in materia sessuale, c’è un’identità di genere da mettere in discussione sotto il profilo ecologico.

 

Finché ne delirano filosofi e filosofe, da sempre autorizzati alla divina mania del pensiero, vabbè, ma quando la materia è nelle mani delle classi dirigenti al femminile, e si riproduce metastaticamente sugli schermi, nelle radio, nei social, e nelle pagine dei giornali, diventa una tiritera grottesca. E con uno sfondo tremendamente antifemminista. La donna sarebbe ferma a uno stadio naturalistico, la storia patriarcale l’avrebbe condannata a un’inferiorità ontologica rispetto all’homo sapiens e all’homo faber, sicché è da un profondo abisso di materia elementare che dovrebbe sorgere la grande rivolta antimoderna contro la cultura che opprime natura e mondo animale. Fossi donna, e per metà lo sono come tutti i maschi genetici, mi offenderei. Così mi offendo per metà. Per il resto rido dell’ecofemminismo.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.