Dal Trono di spade ad Outcast, sono tempi duri per i cristiani anche nelle serie tv
“Finalmente Alto Passero e i suoi cristiani di merda sono morti!”. Non pochi sono stati i commenti di questo tenore dopo il finale della sesta stagione della serie tv fantasy “Il Trono di Spade”, ispirata ai romanzi di George R. R. Martin. In realtà, Alto Passero e seguaci non sono propriamente “cristiani”, adorano i Sette Dei, appartengono al cosiddetto Credo Militante, visto che la serie è ambientata in un altro mondo che ricorda l’Europa medioevale (o almeno un certo tipo di Basso Medioevo dell’immaginario collettivo). “Sono il personaggio più simile a Papa Francesco che potrete trovare nel mondo del Trono di Spade” ha dichiarato Jonathan Pryce, l’attore che lo interpreta. Pryce non è Francesco, anche se assomiglia fisicamente a Bergoglio, ma Alto Passero è un “papa” che piacerebbe ai (non pochi) cattolici critici con il Pontefice di Roma e molto meno ai laicisti che lo adorano: è un Pontefice medioevale, ma del tipo dei “papi santi” dell’Età di Mezzo: come Gregorio VII lottava contro le smanie cesaropapiste dell’Imperatore Enrico IV da lui costretto a fare il penitente a Canossa, Alto Passero umilia la diabolica Regina Madre Cersei Lannister che fa marciare nuda per le vie di Approdo del Re.
Troppo spesso in film e romanzi ambientati nel Medioevo gli ecclesiastici sono visti come una massa di corrotti senza fede che sfruttano la credulità e l’ignoranza del popolo. Alto Passero, invece, è un uomo religioso e che è disposto a tutto per il suo Credo con toni all'apparenza pacati ma in realtà decisi: vive poveramente, è misericordioso e con il suo esempio riesce a convertire il giovanissimo Re Tommen, figlio di Cersei. Per combattere il cesaropapismo è facile sfociare nella teocrazia, e in effetti a occhi contemporanei l’aver messo in carcere la moglie e il cognato del re per atti contro la morale non è probabilmente una misura di buon governo, ma nel mondo del Trono di Spade l’alternativa al comunque probo Alto Passero (in attesa della pretendente al trono Daenerys Targaryen che marcia da Oriente) è rappresentata da governanti senza scrupoli come Cersei disposti a fare di tutto per il potere.
Nonostante questo il personaggio è stato detestato da molti dei fan della serie: un po’ perché si erano affezionati a Cersei e soci, i classici “cattivi che ami odiare” e un po’, probabilmente, per il diffuso fastidio e disinteresse in Occidente per la religione. E allora meglio i governanti corrotti che perseguono il potere piuttosto che i fanatici con altri obiettivi (e pazienza se i “fanatici” sono migliori e hanno alti ideali): sarà per questo che in tanti hanno gioito quando Cersei ha fatto saltare il Tempio dei Sette Dei con Alto Passero e i suoi seguaci.
Un atteggiamento molto diverso da quello che muove invece il Reverendo protestante Anderson che nella serie “Outcast” – ambientata in una cittadina del West Virginia significativamente chiamata Rome –, combatte coloro i quali considera posseduti dalla forze del Male, cercando in Kyle Barnes che i posseduti chiamano “reietto” (“outcast”, appunto), il tocco per far tornare alla normalità i “posseduti”. E poco importa se non si tratta, probabilmente (rivelazioni ufficiali non ci sono ancora state), di posseduti da demoni in senso cristiano, ma di altre entità forse aliene che si insidiano negli esseri umani, prendendo il loro corpo. Si trappa pur sempre di una serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman, già autore di “The Walking Dead”, non certo famoso per lo zelo religioso – in gioventù aveva dato vita a “Battle Pope”, fumetto che aveva per protagonista un pontefice alcolizzato supereroe-antieroe che lotta contro i demoni con Gesù come sua spalla. È però interessante vedere come Anderson rimanga progressivamente solo, abbandonato dai fedeli e anche da Kyle, preso dai suoi problemi personali: molti "non posseduti” infatti preferiscono i posseduti ai loro vecchi amici, mariti, fratelli, hanno personalità dominanti, e sono lieti di obbedire a loro. È l'opposto dell'Invasione degli Ultracorpi degli anni Cinquanta (con umani sostituiti da alieni fisicamente identici), che rifletteva la paura dell’America per la possibile invasione sovietica; qui si preferiscono i posseduti alle personalità originali, e, per certi versi, è una sorta di metafora della “Sottomissione” del romanzo omonimo di Michel Houellebecq. I cristiani non piacciono, né ai fan fantasy (ironico, visto che uno dei massimi autori del genere è il cattolicissimo Tolkien), né agli abitanti di Rome: ma forse un mondo senza di loro sarebbe peggiore.
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