Blasfemia a targhe alterne

Giulio Meotti
L'incredibile doppio standard delle grandi catene televisive che un anno fa non mostravano le prime pagine di Charlie Hebdo giudicate offensive per l'islam, e che oggi senza problemi rilanciano quella copertina con il Dio giudeo-cristiano.

Roma. Un anno fa, tutti i grandi quotidiani, network televisivi e agenzie fotografiche, a cominciare dai “Big Three” (Msnbc, Cnn e Ap), fecero a gara nel giustificare la decisione di censurare la copertina del redivivo Charlie Hebdo dopo la strage del 7 gennaio. Quella in cui c’è Maometto che piange e che dice “tutto è perdonato”. La Cnn disse di nutrire “preoccupazioni per la sicurezza dei lavoratori e per la sensibilità del suo pubblico musulmano”. Il colosso diede ordine ai produttori in una email interna di non diffondere il disegno, ma di descriverlo. “E' la chiave per comprendere la natura dell’attacco alla rivista e la tensione tra libera espressione e il rispetto per la religione”, recitava la direttiva dell’azienda.

 

Scelta ovviamente non rispettata per il Dio giudeo-cristiano che Charlie Hebdo ha messo in copertina un anno dopo il massacro. Nel 2015, la Bbc descrisse la copertina senza mostrarla, scelta che non ha ripetuto quest’anno, quando ha diffuso la nuova copertina di Charlie. Una scelta condivisa un anno fa anche dal giornale conservatore britannico Daily Telegraph, che tagliò la copertina in modo da espungere la caricatura del Profeta. Sul Telegraph apparve anche la foto di una ragazza che leggeva il settimanale ma con la copertina oscurata. Stavolta il Telegraph ha pubblicato integralmente la copertina. Niente pixel.

 


Msnbc

 

Ap

 

Cnn


 

Il quotidiano della sinistra inglese Guardian nel 2015 pubblicò il Profeta dell’islam in lacrime con l’avvertenza che avrebbe potuto “ferire la sensibilità dei lettori”. Due giorni fa non hanno avuto problemi a diffondere la nuova copertina di Charlie, e senza dicitura sul ferimento dei lettori. L’Associated Press un anno fa decise di censurare le vignette di Charlie. Motivo? “Deliberatamente provocatorie”. L’Ap mostrò anche il direttore ucciso nella strage, “Charb”, che teneva in mano una copia di uno dei numeri dedicati al fondatore dell’islam, ma tagliando la pagina sotto la testata, evitando di mostrare Maometto. Stavolta niente censura: è un Dio abramitico, non Allah! Salvo poi ricredersi e cassare anche la nuova copertina, dopo le accuse di doppio standard rivolta dall'Ap da alcuni media. Un anno fa, il gruppo Nbc diede precise direttive a Nbc News, Msnbc e Cnbc: niente vignette “insensibili” e “offensive”. Regola che non è stata osservata da Msnbc nei giorni scorsi.

 

D’altronde, si sa, a esercitarsi in blasfemia contro i giudeo-cristiani non si muore, non si finisce in tribunale e l’audience va da paura. Ipocriti non sono quei coraggiosi anarchici di Charlie Hebdo, ma i felloni imboscati nelle redazioni di giornali e tv.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.