Una copia del West Highland Free Press

Autodafé, un quotidiano di sinistra licenzia due firme “islamofobe”

Giulio Meotti
Il West Highland Free Press, un quotidiano scozzese nato sull’onda del radicalismo di sinistra degli anni Settanta, ha cacciato anche il fondatore Wilson, ex ministro di Blair, perché aveva osato scrivere di islam.

Roma. Il West Highland Free Press è un quotidiano scozzese nato sull’onda del radicalismo di sinistra degli anni Settanta. Nei destini del giornalismo anglosassone, questo quotidiano non è propriamente strategico. Ma se ci guardi dentro come in un caleidoscopio, ci scorgi quasi il destino e la vocazione di tanta carta stampata. Brian Wilson, ex parlamentare del Labour ed ex ministro dell’Energia di Tony Blair, è stato accomodato alla porta dal West Highland Free Press dopo averci scritto per 38 dei 43 anni di vita del giornale, da quando Wilson lo fondò e diresse nel 1972. E’ stato cacciato per aver usato la sua column settimanale per difendere un collega, il professor Donald Macleod, che aveva osato scrivere di islam. Il Telegraph parla di “un caso che non ha precedenti”. In effetti non era mai successo che in un solo fine settimana due giornalisti, due firme importanti, tra cui un ex direttore e fondatore, venissero estromessi da una testata. Bbc, Telegraph, Guardian, Independent, Times e Daily Mail non parlano d’altro che di questo piccolo giornale il cui motto campeggia in gaelico sulla prima pagina.

 

La prima testa a rotolare in questa vicenda è stata quella di Donald Macleod, reo di aver firmato un articolo sulla trasformazione dell’Europa. “La nostra libertà non potrà mai sopravvivere sotto un islam dominante. Nessun paese musulmano al mondo garantisce diritti civili o la libertà di parola ai cittadini. In Iraq, sotto Saddam Hussein, anche i membri del suo stesso partito vivevano nel timore quotidiano di un’esecuzione sommaria. In Arabia Saudita, nessuna donna può guidare la macchina. E nei paesi della cosiddetta ‘primavera araba’, la primavera si è trasformata rapidamente in inverno. Il rovesciamento di Mubarak non ha portato la libertà in Egitto e il rovesciamento di Gheddafi ha portato solo caos in Libia. L’islam e le urne, gli ayatollah e le libertà civili, non possono mai convivere”.

 

E ancora: “Abbiamo barriere intellettuali, ideologiche o spirituali da sollevare nei confronti dell’islam? L’umanesimo secolarista dominante è troppo impegnato a odiare il cristianesimo, che in molte parti della Gran Bretagna è diventato invisibile. La chiesa si è ritirata, lasciando un vuoto religioso, e una generazione spiritualmente senza spina dorsale. Sono deliri apocalittici di un cervello invecchiato? Forse, ma prendiamo in considerazione Agostino, la più grande mente cristiana che il mondo abbia mai visto. Nato in Algeria, divenne vescovo di Ippona (in Algeria) nel 396. Il cristianesimo sembrava al sicuro per i tempi a venire. Ma nel 622 Maometto si è stabilito a Medina, e un centinaio di anni più tardi il cristianesimo è stato cancellato in Algeria. La diocesi di Agostino era stata semplicemente sopraffatta da un esercito musulmano. La storia non deve ripetersi. Ma dormire da ritti è la strada verso la perdita di tutte le nostre libertà”.

 

[**Video_box_2**]Dopo aver pubblicato questa column, Macleod ha perso il posto. Quando l’ex direttore Wilson, una vita trascorsa ai vertici del laburismo inglese, lo ha scoperto, ha deciso di usare la sua rubrica, intitolata “Footnotes”, per difendere l’ex collega, definendo il suo articolo “il più erudito, ben scritto e intellettualmente stimolante del giornalismo inglese”. Il comitato di redazione del West Highland Free Press, che dal 2009 è una cooperativa di proprietà dei dipendenti, ha informato che i due non scriveranno più per il quotidiano. Ian McCormack, direttore del giornale da quarant’anni, non ha voluto rilasciare commenti.

 

Sembra una storia degna di “Scoop”, il celebre romanzo di Evelyn Waugh che prese in giro i tic del giornalismo. Sembra scritto per certi reporter occidentali che indossano sahariana e pashmina in tour promozionale, che rivendicano la tolleranza e praticano l’intolleranza. Questo vale per i campus liberal del Massachusetts come per la fredda redazione del West Highland Free Press.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.