Gli studenti occupano il Rettorato della Federico II - foto Ansa

A Napoli

Occupato il rettorato della Federico II: "Fuori Israele dalle università"

Nicolò Zambelli

La mobilitazione degli studenti contro il bando di collaborazione accademica continua. Dopo Torino, Bologna e Roma i collettivi occupano anche Napoli. Domani manifestazioni in venticinque atenei in tutta Italia

Un altro ateneo occupato. Nella mattinata di oggi 8 aprile, intorno alle 11, il collettivo universitario "Rete studentesca per la Palestina" ha occupato la sede del rettorato dell'Università Federico II di Napoli. I motivi sono sempre gli stessi: basta accordi con le università israeliane che rientrano nei progetti del bando del ministero degli Esteri (Maeci). L'occupazione avviene due settimane dopo quella del rettorato della Sapienza di Roma, organizzata dal collettivo "Cambiare rotta". Proprio loro, domani, hanno indetto una manifestazione nazionale che coinvolge 25 atenei per ribadire le richieste legate ai bandi inter-universitari, e sempre domani i collettivi si troveranno davanti alla Farnesina per un sit-it.

 

Gli studenti alla Federico II: "Via da qui solo se gli accordi con Israele saranno rescissi"

"Oggi la Federico II e il suo rettore Matteo Lorito si sono svegliati così: abbiamo deciso di porre in essere un'azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna", hanno scritto gli attivisti di Napoli in un post su Instagram. Da una delle finestre del palazzo è stato esposto uno striscione con la bandiera palestinese. 

 

 

"Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie. Quanto sta accadendo in Palestina in questo momento porta per noi il nome di genocidio: il bando Maeci, la fondazione Med’or, gli accordi stretti tra Italia e Israele a livello accademico, economico, militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell’accademia con il criminale progetto d'Israele di cancellazione del popolo palestinese", continua il post. "Non andremo via da qui fino a quando non soltanto il rettore non ci avrà ricevuti, ma fino a quando gli accordi che riguardano la Federico II e le ambasciate italiane a Tel Aviv, gli atenei israeliani e le autorità sioniste non saranno rescissi del tutto", hanno scritto. 

 

Gli studenti dentro all'ufficio del Rettore della Federico Secondo di Napoli - foto da Instagram

Qualche settimana fa sempre alla Federico II di Napoli il direttore di Repubblica Maurizio Molinari era stato contestato dagli attivisti pro-Palestina. "Fuori i sionisti dall'Università", avevano scritto gli studenti, causando tensioni con le forze dell'ordine e quindi l'annullamento dell'evento dove Molinari era ospite. Un episodio sul quale, al tempo, era intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

Domani giornata di mobilitazione in 25 università italiane

L'occupazione della Federico II arriva dopo quelle dei rettorati di Bologna, Torino e, in ultimo, della Sapienza. Il collettivo "Cambiare Rotta", che ha organizzato le ultime proteste davanti all'università di Roma, per domani ha organizzato una mobilitazione nazionale che punta a ribadire lo stesso concetto sollevato anche oggi a Napoli: basta accordi con gli atenei israeliani. In venticinque atenei è stato proclamato un vero e proprio sciopero che riguarderà docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo.

 

 

A Roma, poi, sempre lo stesso collettivo ha organizzato per le 15 un sit-in davanti alla Farnesina, sede del ministero degli Esteri e quindi promotrice dei bandi in collaborazione con il ministero dell'Università. "Il sapere è fatto per prendere posizione, rompiamo ogni complicità con Israele, per un'università libera di guerra, sfruttamento e oppressione!", scrivono sui loro canali social. Mercoledì prossimo, il 10 aprile, scadranno i termini per partecipare al bando che è al centro della polemica e – come anche hanno ricordato gli stessi collettivi – ricorre anche la fine del Ramadan.

 

 

Domani a Padova, Siena e Bari si riuniranno anche i rispettivi senati accademici. Nell'università pugliese è in programma proprio una discussione in merito alla partecipazione al bando Maeci. Per il momento gli unici due atenei che hanno deciso di non partecipare sono quello di Torino (dove in pochi si sono dissociati) e quello dell'Università Normale di Pisa.

 

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