Studenti occupano il rettorato della Sapienza - foto LaPresse

A Roma

Alla Sapienza proteste contro Israele. La ministra Bernini: "Azioni squalificanti"

Nicolò Zambelli

Il collettivo "Cambiare rotta" chiede l'interruzione delle collaborazioni con le università israeliane. Occupato il Rettorato. La rettrice Polimeni condanna le violenze. Disordini anche a Genova

"Basta complicità con Israele, fuori la rettrice da Med-Or, no alla partecipazione al bando del Maeci, basta accordi con università israeliane e filiera bellica". Con queste richieste gli studenti del collettivo universitario "Cambiare Rotta" hanno occupato da ieri la sede del Rettorato dell'Università La Sapienza di RomaNel corso della mattina altri studenti hanno provato a raggiungere il palazzo occupato, incontrando la resistenza delle forze dell'ordine con cui ci sono stati degli scontri. La ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha parlato di "azioni squalificanti". Nel pomeriggio gli studenti hanno improvvisato un corteo lungo le vie della città universitaria. Il corteo dovrebbe essere diretto verso Viale Regina Elena, in una sede distaccata dell'università dove si sta svolgendo la seduta del Senato accademico, originariamente previsto all'interno del Rettorato occupato

 

 

I collettivi sono in mobilitazione perché, tra le altre cose, anche l'università romana segua l'esempio di quella di Torino e interrompa le collaborazioni con gli atenei israeliani. Fuori dal palazzo del Rettorato i manifestanti hanno intonato cori contro Israele a suon di "vergogna, vergogna!" e contro le forze dell'ordine ("Via, via la polizia!"). Secondo fonti di agenzia, i manifestanti hanno provato a entrare dentro alla sede forzando la porta d'ingresso. "È stata la Polimeni (la rettrice, ndr) a dare ordine alle guardie di non farci entrare" si sente nei video girati durante la protesta. Si sono contati un centinaio di manifestanti. 

 

 

All'ordine del giorno del Senato accademico non è previsto un voto sulle questioni sollevate dal collettivo, ma la rettrice Antonella Polimeni ha accettato di incontrare gli studenti prima della riunione accademica. "L'ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della comunità studentesca purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui", ha poi dichiarato la rettrice della Sapienza in una nota.

 

 

Tra le richieste dei collettivi c'è quella delle dimissioni di Polimeni dal comitato tecnico-scientifico di Med-Or, una fondazione nata su iniziativa di Leonardo s.p.a con l’obiettivo di promuovere attività culturali e rafforzare i rapporti internazionali tra l’Italia e i paesi dell’area del Mediterraneo allargato. Soprattutto, chiedono che l'ateneo si smarchi dall'adesione del programma dei bandi del ministero degli Esteri e che interrompa i rapporti con le università israeliane. "Mentre ci prepariamo alla guerra generalizzata, sotto gli occhi di tutti in Palestina si sta commettendo un genocidio con la complicità del nostro paese che oggi invia persino le navi da guerra nel Mar Rosso. Noi non ci arruoliamo! Negli ultimi senati accademici centinaia di studenti hanno chiesto di poter intervenire portando delle chiare rivendicazioni all'ordine del giorno e puntualmente la nostra rettrice ha rifiutato il confronto", scrivono gli studenti.
 

Anche a Genova lo stesso collettivo ha organizzato un presidio per chiedere all'ateneo di non partecipare ai progetti di ricerca con le università israeliane, interrompendo la riunione del Senato accademico. Le richieste sono le stesse di quelle rivendicate a Roma. "Forti dell'esempio degli studenti nelle altre città e dei risultati ottenuti, esigiamo lo stesso tipo di risposta da questo Senato accademico", dicono in una nota gli studenti riferendosi a quanto accaduto a Torino e a Bari, dove il rettore si è dimesso dalla MedOr. Un gruppo di studenti si è poi introdotto nella stanza del rettore Federico Delfino apostrofandolo al grido di "genocida" e "assassino".

 

 

La ministra Bernini ha espresso solidarietà sia alla rettrice Polimeni sia a Delfino: "L'occupazione del rettorato e l'aggressione al rettore dell'Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica. Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati. La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all'intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell'ordine per il loro sostegno".