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Draghi a Canazei con il capo della Protezione civile

Il punto della situazione dopo la valanga di ieri sul ghiacciaio della Marmolada. La visita al centro dei soccorsi

Dopo il disastro di ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è a Canazei per fare il punto della situazione insieme al capo del Dipartimenti della Protezione civile, Fabrizio Curcio, alle autorità locali e ai soccorritori. "Questo è un dramma che ha dell'imprevedibilità ma certamente dipende dal deterioramento dell'ambiente e della situazione climatica", ha detto il premier. Oggi l'Italia "piange queste vittime e si stringe a loro ma il governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere dei provvedimenti perché quanto accaduto abbia una possibilità bassissima di succedere" di nuovo, se non "nessuna", ha aggiunto.

  

Domenica intorno alle 13,30 un seracco si è staccato ieri dal ghiacciaio della Marmolada, tra Punta Rocca e Punta Penia, provocando una grossa valanga che è piombata a valle e sul sentiero, travolgendo due cordate di escursionisti. 

 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha intanto telefonato al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per esprimere cordoglio e vicinanza per la tragedia. Sono proseguite anche nel corso della notte le attività dei soccorritori sul ghiacciaio per cercare eventuali superstiti. Al momento sono 6 le vittime confermate: tre italiani, un cecoslovacco, più un uomo ed una donna non ancora identificati, ma il bilancio è verosimilmente destinato ad aggravarsi. Fra gli italiani identificati, uno è originario della provincia di Vicenza, l'altro della provincia di Treviso, entrambi guide alpine. Anche una terza persona identificata sarebbe veneta. Tra i dispersi ci sono sicuramente italiani, tedeschi e cechi e romeni. Sono invece otto i feriti, di cui due in gravi condizioni. Tra i feriti ci sono due cittadini tedeschi. 

 

Le condizioni meteorologiche saranno determinanti per valutare l'intervento diretto dei soccorritori: il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un'enorme quantità di ghiaccio pericolante. 

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