Cosa sappiamo del crollo sul ghiacciaio della Marmolada

Una valanga di neve, ghiaccio e roccia si è staccata dalla cima e ha travolto la parete nord della montagna. Sono sette le vittime accertate, otto i feriti e 15 i dispersi. Ricerche con gli elicotteri. I video e le parole dei soccorritori

 

[Aggiornamento delle 14.30]

Un seracco si è staccato ieri dal ghiacciaio della Marmolada, tra Punta Rocca e Punta Penia, provocando una grossa valanga che è piombata a valle e sul sentiero, travolgendo due cordate di escursionisti.

Salgono a sette le vittime accertate, italiani e stranieri. Un altro corpo senza vita è stato recuperato dai soccorritori intorno alle 13 di lunedì. Quattro dei sette morti per ora accertati sono stati identificati. Si tratta di tre italiani, tra cui due guide alpine della provincia di Vicenza e di quella di Treviso. Altre otto persone sono rimaste ferite - due delle quali sono in gravi condizioni - tra di loro due cittadini tedeschi. Quattro persone ritenute disperse nel crollo sono state rintracciate e sono in salvo. Il conteggio dei dispersi dunque scende a 15.

  

    

In zona è atteso l'arrivo del premier Mario Draghi che si sta recando in auto a Canazei da Verona dopo che le condizioni meteo non hanno consentito all'elicottero dove viaggiava di atterrare. 

 

L'allarme al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivato intorno alle 13.45 di domenica 3 luglio. Poco prima, un seracco - una formazione a torre tipica dei ghiacciai - di decine di metri di larghezza si è staccato dal ghiacciaio ed è venuto giù lungo la parete nord portandosi dietro per centinaia di metri una enorme quantità di ghiaccio e roccia. La valanga di neve, ghiaccio e roccia nel suo passaggio di circa due chilometri lungo il versante trentino della montagna ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano delle cordate, ed è passata non lontana dal rifugio Marmolada.

 

La via normale

La via normale, quella più semplice e frequentata, è molto popolare e non presenta difficoltà tecniche molto elevate anche se comunque pericolosa perché si sviluppa in un ambiente di alta quota. La Marmolada, la regina delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m è la vetta più elevata di tutta la catena delle Alpi orientali. Inconfondibile anche da grandi distanze se vista da nord per il ghiacciaio che la ricopre nel versante settentrionale, appare come una enorme e lunga muraglia rocciosa verticale vista da sud. Sulla parete sud salgono fra le più lunghe e difficili vie di roccia delle Dolomiti, mentre la via normale sale dal più adagiato versante nord, lungo il ghiacciaio della Marmolada. In effetti con il nome Marmolada si intende l'intero gruppo montuoso, mentre la cima più elevata è la Punta Penia, seguita dalla vicina Punta Rocca. La Punta Penia è raggiungibile dal Pian dei Fiacconi con percorso su ghiacciaio o per la cresta ovest tramite la via ferrata Seyffert. In entrambi i casi è necessario tempo stabile, buon allenamento ed esperienza su via ferrata e ghiacciaio.

    

I soccorsi e le ricerche

I soccorsi della Protezione civile del Trentino sono scattati immediatamente: sono stati impiegati sei elicotteri, personale del Soccorso alpino e speleologico del Trentino e del Veneto con le unità cinofile, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza provenienti anche dalle vicine province di Bolzano, Belluno e Venezia. 

Il Soccorso alpino del Trentino spiega che sull'area della valanga di ghiaccio non è al momento operativo personale per l'elevato pericolo di ulteriori distacchi, ma che per dalle 4 di notte e per tutta questa mattina è andato avanti il presidio con elicotteri di dotati di Artva a bordo e con campana Recco - una tecnologia utilizzata per la ricerca di persone disperse che viene agganciata all'elicottero e consente di captare dei segnali provenienti da superfici riflettenti e da dispositivi elettronici - per effettuare una ulteriore bonifica dall'alto, insieme anche all'uso di droni. Il meteo sta però peggiorando e probabilmente intorno a mezzogiorno le ricerche con gli elicotteri potrebbero essere interrotte a causa dell'arrivo di una perturbazione.

Il Soccorso alpino nazionale ha istituito un numero da chiamare per segnalare il mancato rientro di amici e familiari. Il numero è 0461-495272 e l'avviso è stato diffuso in italiano e in inglese. I feriti sono stati accolti in negli ospedali di Trento, Belluno e Bolzano. 

      

La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Per gli inquirenti la valanga sulla Marmolada è "un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l'identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati" dalla colata di ghiaccio e sassi. Tra le vittime ci sarebbero anche le guide. Sono state emanate ordinanze di divieto di accesso e percorrenza dell'area interessata dalla valanga congiuntamente dai Comuni di Canazei e Rocca Pietore.

     

     

Il racconto di uno di uno dei primi soccorritori

"Quando ci hanno chiamato, all'una e mezzo, ci hanno detto che è venuta giù la Marmolada, è venuta giù la cima della Marmolada, che non è altro che un grande pezzo di ghiaccio che si è staccato e ha investito tutti quelli che erano sul ghiacciaio", dice Luigi Felicetti, tecnico del Soccorso Alpino dell'Alta Val di Fassa che è intervenuto per soccorrere gli alpinisti travolti dal crollo del seracco di ghiaccio. "Quando siamo arrivati - ha aggiunto - ci siamo trovati davanti ad uno scenario pazzesco, c'erano blocchi di ghiaccio e roccia enormi dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo trovato le prime vittime". Secondo Felicetti gli alpinisti non hanno colpe. "erano tutti con corde e ramponi, erano attrezzatissimi, sono stati tanto sfortunati".

 

Draghi, Curcio e Zaia a Canazei

Il presidente della regione Veneto Luca Zaia sarà presente questa mattina alle 12 alla caserma dei Vigili del fuoco di Canazei (Trento), dove è stata allestita la centrale operativa di coordinamento delle operazioni di soccorso e ricerca in seguito al crollo di ieri sulla Marmolada. All'appuntamento saranno presenti il presidente del Consiglio Mario Draghi e il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, che insieme alle autorità locali e ai soccorritori faranno il punto della situazione.

"Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il governo è vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti", fa sapere Palazzo Chigi. "Il presidente Draghi è costantemente informato sull'andamento dei soccorsi dal capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, dal presidente della Regione Trentino Maurizio Fugatti, dal Soccorso alpino, dai Vigili del fuoco, dalle autorità locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro", segnalano dalla presidenza del Consiglio.

 

Cosa è un seracco

Il distacco, secondo le prime informazioni del Soccorso alpino, si sarebbe verificato nei pressi di Punta Rocca, lungo l'itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Il ghiacciaio della Marmolada è un ghiacciaio vallivo che scende lungo il versante settentrionale della Marmolada, la montagna più alta delle Dolomiti. Un seracco è il grosso blocco di ghiaccio che forma il lato di un crepaccio. I crepacci trasversali e longitudinali si formano durante il movimento lento ma costante di un ghiacciaio verso valle. Le alte temperature rendono ancora più instabili queste strutture. Proprio ieri sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta. "Il ghiaccio della Marmolada - dice all'Adnkronos l'alpinista Reinhold Messner - è molto sottile e sicuramente il caldo globale ha la sua parte in questo crollo, ma la montagna è sempre pericolosa. C'e' sempre il rischio della caduta di seracchi. Sotto il ghiaccio sottile si formano dei ruscelli che poi possono portare al distacco di pezzi anche grandi. Chi si trovava nella linea della caduta probabilmente non poteva sfuggire. Ma la montagna, lo ribadisco è sempre pericolosa. Molti pensano che sia facile, che non ci siano rischi, ma non è così". Certo il riscaldamento globale sta peggiorando la situazione e queste situazioni sono anche frutto di questa evoluzione negativa. "specialmente nelle Dolomiti - sottolinea - si vede che il permafrost cede e fa cadere pezzi dapertutto. Io vado in montagna da decenni, se prima si assisteva a un distacco in un anno, adesso sono cinque volte di più. E quando la slavina viene giù, come oggi, si porta massi di roccia e ghiaccio anche enormi, grandi come case, che poi diventano grossi come armadi e sempre più piccoli fino a diventare grandi come teste e quindi vengono giù anche migliaia di pezzi".

      

La valanga di ghiaccio crollata oggi pomeriggio sulla Marmolada "non stupisce" il glaciologo del Cnr Roberto Colucci, che ha partecipato allo studio che da anni segue la Marmolada, all'Adnkronos spiega così l'accaduto: "Da un punto di vista glaciologico si è staccato un seracco, c'è stata cioè la frattura con relativo scorrimento verso valle, di un grosso pezzo di ghiacciaio, nei pressi della cima della Marmolada". Una frattura dovuta "a diverse cause, una di lungo periodo e due di breve periodo. Quella di lungo periodo è ascrivibile al riscaldamento globale, al fatto cioè che il ghiacciaio si sta riducendo e quindi è sempre più fragile". A cui si aggiunge "il fatto che quest'anno ha nevicato poco, quindi c'è poca neve residua che protegge il ghiacciaio dal caldo estivo, ma soprattutto che sono settimane e settimane nel corso delle quali abbiamo registrato valori di temperatura straordinariamente elevati, molto al di sopra delle medie normali di giugno e luglio".

 

"Un caldo perdurante, aggravato da quest'ultima ondata di calore che arriva dal Nord Africa - prosegue Colucci - che ha portato ad avere tanta acqua liquida, che si è messa a scorrere dentro il ghiacciaio e alla base del ghiacciaio stesso, di fatto lubrificando il contatto tra il ghiacciaio e la roccia o tra uno strato e l'altro di ghiaccio e quindi facendo sì che questo pezzo molto grande di ghiaccio si staccasse e crollasse verso valle. Quel pezzo di ghiacciaio - aggiunge - in realtà è una 'pancia': infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c'è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute".

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