Cosmopolitics

Altro scandalo a Londra. La saga dei palpeggiatori e il golpe perenne contro Johnson

Paola Peduzzi

Il conservatore Chris Pincher si è dimesso la settimana scorsa dopo l'accusa di molestie. Il premier sapeva ma non ha fatto nulla

C’è un nuovo scandalo nel Regno Unito e quindi un nuovo tentativo di spodestare Boris Johnson, sempre dentro al suo Partito conservatore che sta diventando il principale oppositore del suo stesso primo ministro. Ieri c’è stato il discorso del vero leader dell’opposizione, il laburista Keir Starmer, sul vero scandalo del Regno Unito, cioè la Brexit, ma a parte qualche commento piccato i conservatori hanno continuato a occuparsi del loro tentativo di golpe interno (anche perché nessuno di loro ha troppa voglia di occuparsi della Brexit: i dati sono senza appello). Lo scandalo del momento è questo: Chris Pincher, un conservatore, aveva un ruolo di rilievo nel gruppo parlamentare dei Tory ma si è dimesso la settimana scorsa dopo che sono uscite delle rivelazioni sulle molestie che ha fatto a due ventenni al Carlton, un club esclusivo di Londra.

 

Secondo le indiscrezioni (i tabloid inglesi a questo servono) Pincher era molto ubriaco, ha palpato questi due ragazzi in modo molesto, poi è stato mezzo cacciato dal locale ma non aveva nemmeno la lucidità necessaria per dire al tassista l’indirizzo di casa. Pincher ha capito subito che non si sarebbe salvato dalle accuse ma anche se nega le molestie si è dimesso dicendo a Johnson: “Ho bevuto davvero troppo”. Pare però che Pincher sia un palpeggiatore seriale: ci sono almeno sei casi in cui viene raccontata dalle vittime, sempre ragazzi giovani, lo stesso tipo di molestia; uno di loro era andato a casa di Pincher e se l’era trovato davanti in un accappatoio rosa, pareva un Harvey Weinstein che compra però le sue cose al discount, ha raccontato. 

 

Che cosa c’entra Johnson? Sapeva. Proprio come sapeva (e partecipava) dei party a Downing Street durante il lockdown, e non ha fatto nulla. Anzi ha liquidato la questione con delle battute, dicendo che si sa che Pincher mette le mani dappertutto, del resto con il cognome che ha che cosa potete aspettarvi (pincher è uno che dà pizzicotti)? Il premier sapeva ma non ha fatto nulla, ha lasciato che Pincher accrescesse potere dentro al gruppo parlamentare pure se ci provava con i ragazzi anche ai Comuni, quindi o è un mandante indiretto di un palpeggiatore oppure è totalmente impermeabile a certi comportamenti. In ogni caso è colpevole e poiché è già un leader dalla morale compromessa dovrebbe lasciare il suo incarico.

 

Il problema dei suoi accusatori (Boris Johnson pare sempre senza troppi problemi: è uno che conosce l’arte di cadere in piedi, nonostante tutto) è che se si dovesse fare una questione morale dentro al partito, il gruppo parlamentare dei Tory, che ha una grandissima maggioranza, si ritroverebbe un pochino, o forse molto, decurtato: secondo un’organizzazione nata dopo il MeToo sono 56 i parlamentari britannici che hanno avuto comportamenti inappropriati con donne e uomini. Il numero comprende anche i laburisti, e questo spiega perché nessuno abbia molta voglia di approfondire il dossier, oltre che l’accanimento bizzarro dei conservatori contro Johnson.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi