“Sei una troia”. “Sì”. L'invincibile Stormy Daniels mastica Trump sul suo stesso terreno

Paola Peduzzi

Ecco perché l'attrice, sceneggiatrice e regista di film porno, è un problema che non va via

Per chi segue Stormy Daniels dall’inizio, da quando ha detto di aver preso dei soldi per non rivelare nulla dei suoi rapporti con Donald Trump, l’intervista a “60 minutes” di domenica sera (oggi è stata ritrasmessa, con nuovi inserzionisti pubblicitari) non è stata una sorpresa, è stata una conferma: Stormy è un problema per il presidente Trump perché lo batte sul suo stesso terreno. E’ un po’ quel che è accaduto per qualche settimana con l’autore-fenomeno Michael Wolff: gettonatissimo con il suo bestseller “Fire and Fury”, Wolff ha riempito l’immaginario internazionale con pettegolezzi sulla Casa Bianca poco o nulla verificati, scavalcando con dettagli e citazioni la realtà che già di suo pare insuperabile. Poi la bolla Wolff è scoppiata, lui è tremendamente antipatico e approssimativo, e i fatti che racconta sono per lo più esagerati, un paio di interviste andate storte e di Wolff per fortuna sentiamo sempre meno parlare: ma per quelle settimane di inizio anno in cui “Fire and Fury” è stato il testo di riferimento di tutti i commentatori del mondo, Wolff è sembrato più forte di Trump nel suo campo. A buffone buffone e mezzo.

 

Pure Stormy, attrice, sceneggiatrice e regista di film porno, è un problema che non va via perché batte Trump sul suo stesso terreno, ma a differenza di Wolff non ha affatto l’aria della buffona (sì certo, durante l’intervista alla Cbs pareva che la camicetta non avrebbe retto fino alla fine, i bottoni tiravano sul seno enorme, e quel look così serio pareva fuori posto: ma questa è l’arte di Stormy).

 

Su Twitter Stormy è inarrivabile, come ha scritto il New York Magazine: non soltanto sa usare bene il social, ma trasforma ogni troll in oro. Uno dei tuitt più citati è quello in cui l’attrice risponde a uno che le dice, di fatto, stai zitta, non frega niente a nessuno che tu sia una zoccola che ha dormito con il presidente americano dodici anni fa: “Tecnicamente non ho dormito con il presidente 12 anni fa – ha cinguettato – Non si è dormito granché (hehe) e lui era soltanto un’eccentrica star televisiva”. A una che le ha tuittato: “Troia”, lei ha risposto con un definitivo: “Yes”. E via di tuitt più argomentati e puntuali, come quello in cui spiega che tra lei e Trump quello con le responsabilità è lui, “io il massimo che devo scegliere è che posizione fare nella scena successiva e quale rossetto valorizza meglio il pene del mio collega”. Questo protagonismo ragionato, assieme alla restituzione dei soldi presi per tacere visto che non tace più (130 mila dollari), hanno trasformato Stormy in una testimone potente di quel capitolo pericoloso che è il rapporto di Trump con le donne. L’attrice non ha detto niente che già non si sapesse, durante l’intervista ad Anderson Cooper della Cbs: lo sculacciamento con il magazine con i Trump in copertina, il sesso non protetto e non entusiasmante (ma nemmeno imposto), la possibilità di fare televisione, il futuro presidente in pigiama che guarda un documentario di Shark week, quello sull’attacco più feroce di sempre a un uomo (e Trump ha il terrore degli squali, vorrebbe ucciderli tutti, è ossessionato dagli squali e da Shark week ringraziano: già la loro trasmissione va bene, ora migliorerà), il riferimento alla figlia Ivanka, standard di bellezza suprema per Trump, come aveva confermato un’altra escort intervistata sempre da Cooper 72 ore prima, l’irrilevanza della moglie Melania.

 

Di nuovo Stormy ha detto delle minacce a lei e a sua figlia e questa è la ragione per cui ha accettato pochi soldi, 130 mila euro: la paura, la paura di altre intimidazioni. Ma c’è anche un altro elemento che rileva, ed era su questo che i conoscitori di Stormy puntavano tutto: se c’è tanta aspettativa per l’intervista, se gli avvocati trumpiani hanno fatto di tutto per impedire che andasse in onda, vorrà dire che c’è qualcosa di forte. Invece no, niente: non sappiamo se ci sono delle prove, delle foto, delle testimonianze di quell’incontro. Ma Stormy ha fatto in modo che non scendessero le aspettative, lei che batte Trump sul suo stesso terreno e ha il senso della scena e dello spettacolo e i tempi perfetti: non posso dirvi niente delle foto, il mio avvocato dice di non discutere in pubblico questo dettaglio, non ancora, ma questa volta non ho paura, e gli spiccioli teneteveli pure.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi