Contro mastro ciliegia
Conte, la pandemia e il paese guasto
Dopo essere stato aggredito oggi da un No vax, l'ex premier sarà interrogato settimana prossima dal Tribunale di Brescia per la demenziale inchiesta sul Covid. Subire due ingiustizie opposte è quasi un record, persino in una nazione sballata come l'Italia
Solidarietà a Giuseppe Conte, aggredito da un demente violento a Massa durante un comizio. Conte stava salutando i sostenitori, l’energumeno si è intrufolato e gli ha dato uno schiaffo. Doppia solidarietà, anzi, perché l’aggressione è avvenuta a causa non dell’attuale attività politica, ma del passato ruolo di presidente del Consiglio. L’aggressore infatti è un No vax, e ce l’aveva con lui a causa delle restrizioni imposte durante la pandemia. Ci sono però due aspetti che, come le morali della favola, invitano a riflettere.
La prima è che l’aggressore è un ex militante del movimento di Beppe Grillo, che ha dato voce per anni al peggiore antiscientismo: dai dubbi propalati sulla medicina alle balle sui termovalorizzatori alle scie chimiche. Le scemenze passate, purtroppo per Conte, a volte presentano in conto. L’ex premier ha giustamente commentato: “Quando ci si assume una responsabilità di governo si prendono decisioni difficili”. Gli fa onore. Ma in un paese dominato dal più esecrabile populismo, Conte il 10 maggio sarà interrogato dal Tribunale dei ministri di Brescia per la demenziale inchiesta sul Covid. E subire due ingiustizie opposte è quasi un record, persino in un paese guasto.
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