Carlo Sibilia (foto LaPresse)

Essere Carlo Sibilia

Maurizio Crippa

Quanto pagherei oggi per trovare uno scaffale, o una scia chimica, per entrare nella testa del deputato grillino

Chi non ha un sogno veramente folle e che non confesserebbe mai, ma poi viene il giorno che sì? Tipo entrare nella test di un altro? C’è quel vecchio film divertente, Essere John Malkovich, avete presente? Con quello che scopre dietro a un mobile un passaggio per entrare dentro la testa del suo attore preferito. Lo giuro, quanto pagherei oggi per trovare uno scaffale, o una scia chimica, per entrare nella testa di Carlo Sibilia. Davvero: essere Carlo Sibilia deve essere meglio di fare l’ottovolante al lunapark. Ti permette di: arrivare primo alla corsa degli asini a chi spara più boiate sul signoraggio (lui tagliò il traguardo nel 2013). Essere favorevoli ai matrimoni di gruppo, ma consenzienti, roba che neanche a un gesuita verrebbe in mente. Creare un vaccino obbligatorio e immediato contro la follia di Beatrice Lorenzin (e qui, in effetti).

  

Ma soprattutto, tatatààà! Lo sballo di essere nella testa di un grillino e poterlo sentire quando dice, anzi dirlo proprio assieme a lu: “Se il caso va in Aula il Movimento Cinque stelle non ha mai negato a nessun politico il processo, la ricerca della verità è positiva per tutti, in aula voteremo assolutamente sì”. Anzi, a dirla tutta: “Il Movimento non ha mai salvato nessun politico” E insomma essere lì, dentro nella sua zucca in cui l’unico problema è questa vertiginosa sensazione di vuoto. Essere lì, essere Carlo Sibilia, il giorno che voterà: “Salvini in galera”. (Ma a patto poi di trovare una scia chimica da seguire per uscire fuori, come Pollicino, eh).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"