Salvatore Mannino

Lo smemorato di Edimburgo è il Politico dell'anno

Maurizio Crippa

Salvatore Mannino è l’idealtipo di certi italiani d’oggi. Che per un vuoto di memoria sono entrati a Palazzo Chigi, ma non si ricordano il perché

Parla inglese con un forte accento pisano. E questo ci mette al riparo dal sospetto che si tratti di Giuseppe Conte, che al massimo con Putin ha spalmato un po’ d’accento pugliese. Se l’accento è pisano, allora non è nemmeno Angelo Ciocca, lo scarparo di Strasburgo, seppure anche lui un po’ corto di memoria: pare non ricordasse di non aver mai preso una laurea in Ingegneria, ma solo in Scienze economico-aziendali all’università telematica Nicola Cusano, alla bamboccionesca età di 41 anni. Epperò Salvatore Mannino ha qualcosa di familiare. La sua storia è bellissima. E’ (sarebbe?) un imprenditore di Lajatico, che a metà settembre ha lasciato un biglietto cifrato e 10 mila euro a moglie e figli, ed è sparito. Poi l’hanno trovato a Edimburgo, senza documenti. Parlava solo inglese, con accento pisano. Sì è scoperto che aveva googlato strategie per far perdere l’identità, e gli psichiatri di Pisa hanno sgamato che l’italiano lo capisce benissimo. Siccome siamo in Italia, per non saper né leggere né scrivere intanto lo hanno indagato. Per che cosa, non si sa, ma prima o poi lo scopriremo. Ma niente, lui insiste a fare lo smemorato. Tipo Di Maio quando diceva: “Se trovate una mia proposta di legge di condono su Ischia mi iscrivo al Pd”. Beh, hanno trovato anche quella. Ma neppure Gigino è pisano, quindi lo smemorato non è lui. Però questo strano tipo che tarocca l’identità e in caso di difficoltà fa lo gnorri, è l’idealtipo di certi italiani d’oggi. Che per un vuoto di memoria sono entrati a Palazzo Chigi, ma non si ricordano il perché. Insomma: Premio Italiano dell’Anno.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"