Lollobrigida all'evento del Foglio: "Ripensare la sicurezza alimentare, per non essere alla mercè di dittatori come Putin"

Redazione

Il ministro dell'Agricoltura al convegno organizzato a Milano con Banco BPM e Commissione europea nel giorno del voto finale sulla legge che vieta di produrre cibi sintetici. "Richiesta bipartisan. Spero sarà approvata". Giovani, tecnologie, Africa

"Spero che oggi sarà approvata questa legge chiesta da milioni di cittadini attraverso una petizione; dalle venti regioni; da autorevoli firme di tutti i partiti", dice al Foglio il ministro dell'Agricoltura. Francesco Lollobrigida si riferisce al voto finale della Camera sul disegno di legge che introduce il divieto di produrre, commercializzare e importare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Un testo che trova un grande riscontro "di pubblico", questo è sicuro. Secondo una nuova indagine Coldiretti/Notosondaggi, quasi tre italiani su quattro dicono no al cibo sintetico. Contro il quale è iniziata una battaglia il 10 novembre del 2022 con l'avvio della mobilitazione della Coldiretti. Proprio un anno fa il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, ospite al primo evento a tema agricolo del Foglio, manifestò il desiderio di bloccare la produzione di carne sintetica. E oggi il ministro torna a parlarne con il Foglio, al convegno organizzato a Milano in collaborazione con Banco BPM e con la Commissione europea.

  

Il primo anno di governo, per Lollobrigida è servito "a rimettere al centro del dibattito l'agricoltura, e per fare capire che non è in contrasto con l'ambiente". Per tanti anni abbiamo assistito a una "lettura insana del modello di svuiluppo", dice il ministro, "che partiva invece da quel presupposto e che pensava che l'Europa potesse risolvere i problemi ambientali depotenziando quei settori. Si sono pagati gli agricoltori per non coltivare, i pescatori per non pescare. Questo ha prodotto diminuzione in Italia del 35% delle aziende agricole e del 40% del settore ittico". Lasciandoci nelle mani, in sostanza, "di filiere di approvvigionamento lunghe, affidandoci a nazioni non democratiche. Abbiamo scoperto negli ultimi anni che questa cosa non funziona. Un dittatore, un autocrate come Putin può 'con un tasto' alzare i prezzi e metterci di fronte a fenomeni come quelli che abbiamo registarato su grano ed energia. La soluzione? Ripensare la sicurezza alimentare", sostiene Lollobrigida. "Al G7 agricoltura, a guida italiana, si tratterà di come portare i giovani a fare di nuovo gli imprenditori agricoli, lavorando con tecnologie molto all'avanguardia. Occorre poi rilanciare l'agricoltura e, con il piano Mattei, aiutare anche chi oggi è costretto a emigrare per fame. Possiamo lavorare con una ricerca comune che contrasti le fitopatie attraverso le tecnologie evolutive avanzate di cui l'Italia sta diventando avanguardia, senza ricorrere agli agrofarmaci".

 

A proposito di grano, Lollobrigida parla poi del suo impegno per rinverdire la memoria di Nazareno Strampelli, agronomo e genetista, "l'uomo del grano, che ha immaginato la rivoluzione verde prima del tempo: riducendo il consumo di suolo e aumentando la produttività. Il padre della possibilità di avere piante più resistenti che potessero garantire la sicurezza alimentare nel nostro paese", che "riuscì a raddoppiare la produzione del grano in Italia", dice il ministro. A partire dal 1904 Strampelli mise a punto un programma di ibridazione del grano basato sulle leggi mendeliane per creare nuove varietà con migliori caratteristiche e rese (il suo prodotto più noto tuttora è il grano duro Senatore Cappelli). "Quei semi sono diventati utili a contrastare la fame in molte nazioni e viene calcolato che quasi 15 milioni di persone si sono salvate dalla fame grazie alle sue innovazioni. Questo genio italiano merita di essere ricordato, con un museo che sarà impiantato nel laboratorio di Strampelli a Rieti. Strampelli è un simbolo della sicurezza alimentare che va garantita investendo in innovazione, ricerca, tecnologie, anche da esportare nelle nazioni dove c'è terreno, come l'Africa, che può garantire autosufficienza alimentare e produrre qualità, dunque redditività".