(foto Ansa)
Chiesa
Le guerre al centro del discorso di Papa Francesco al Corpo diplomatico
Nel discorso al Corpo diplomatico il Papa parla tanto di Ucraina e Gaza. Con ben poca ambiguità
Sono stati due i principali temi di politica internazionale su cui s’è concentrato il discorso del Papa al Corpo diplomatico, pronunciato ieri in Vaticano. Intanto, la guerra nel vicino oriente: “Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio. Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato alla morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili”. Perché “anche quando si tratta di esercitare il diritto alla legittima difesa è indispensabile attenersi a un uso proporzionato della forza”. Di qui, l’appello “a tutte le parti coinvolte per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza. Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria”. Se c’è la chiara condanna del massacro perpetrato da Hamas e alleati, Francesco ricorda che “le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra”. E questo perché “le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati.
In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile”. Il parallelo che fa qui il Papa è con quanto avviene in Europa orientale dove “dopo quasi due anni di guerra su larga scala della Federazione russa contro l’Ucraina, la tanto desiderata pace non è ancora riuscita a trovare posto nelle menti e nei cuori, nonostante le numerosissime vittime e l’enorme distruzione”. Anche qui, il Pontefice invita a una soluzione diplomatica perché “non si può lasciare protrarre un conflitto che va incancrenendosi sempre di più, a detrimento di milioni di persone, ma occorre che si ponga fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato, nel rispetto del diritto internazionale”.
OGGI LA CONSEGNA DEL PREMIO RATZINGER 2025 AL MAESTRO