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insegnamenti

Una valida guida per l'etica aziendale e i rapporti economici? Le parabole di Gesù

Robert Sirico

La scarsità delle risorse, la loro allocazione e distribuzione e i dilemmi morali che ne seguono sono validi da sempre e per tutti. Ecco perché gli insegnamenti contenuti nei testi sacri sono sempre attuali

Pubblichiamo uno stralcio dell’Introduzione a “L’economia delle parabole”, il libro di Robert Sirico da oggi in libreria. Il volume è edito da Cantagalli (232 pp., 18 euro). L’autore è cofondatore del think tank americano Acton Institute for the Study of Religion and Liberty.


    

Uno dei motivi per cui le parabole rimangono così avvincenti è che ci sono alcune verità fondamentali, sulla dimensione economica della vita, che rimangono invariate,  anche a fronte dei cambiamenti tecnologici, demografici e di stile di vita degli ultimi duemila anni. Dopo tutto, è ancora vero che la natura non fornisce risorse sufficienti per soddisfare tutti i bisogni umani e, sebbene siano cresciute  enormemente, esse rimangono scarse rispetto ai bisogni e ai desideri dell’uomo. Ciò significa che dovremo sempre affrontare la scarsità e il problema della produzione, della creazione e dell’allocazione di beni e servizi per soddisfare i bisogni umani. La ricchezza non viene dal nulla, deve essere creata. E ci sono modi più o meno validi per ottenerla. Poi, una volta creata la ricchezza, dobbiamo affrontare gli inevitabili dilemmi morali su come ripartirla. Il problema della scarsità di risorse in questo mondo ci pone di  fronte a questioni pratiche e morali riguardanti la proprietà, la responsabilità, lo spreco e l’efficienza. Dobbiamo anche confrontarci costantemente con lo scorrere del  tempo quale vincolo economico: una realtà troppo spesso semplicemente ignorata. Ci sono poi i compromessi: tra  l’accumulo e la distribuzione della ricchezza, tra quel che facciamo nel presente e ciò che faremo nel futuro e, naturalmente, tra ciò che è transitorio e ciò che è eterno. In  questa valle di lacrime ci sarà sempre una lotta tra l’accumulo di beni per la vita materiale e la preparazione spirituale per la vita eterna.  Queste scelte, compromessi e dilemmi non sono limitati a un luogo geografico o a una classe sociale, ma sono universali e imprescindibili. Il problema della scarsità – definito come lo stato perpetuo di desiderare cose che non abbiamo, compreso il tempo stesso – riguarda ricchi e poveri, abitanti delle città e delle campagne, mercanti e monaci, uomini e donne, credenti e non. Si tratta di sfide che persistono in ogni tempo e luogo e che hanno un impatto su tutti. In poche parole, i vincoli economici sono un fatto ineluttabile della vita, nella buona e nella cattiva sorte e in tutto ciò che ci accade quotidianamente. I vincoli economici fanno parte della nostra vita, indipendentemente da chi siamo, dove abitiamo e quanti anni vivremo.  

Ritengo sia proprio perché molte delle parabole attingono alle realtà durature dell’economia e della vita commerciale che esse impartiscono lezioni intramontabili.  Riguardano argomenti a livello pratico e personale, non ché sul piano più profondo e più elevato degli obblighi morali e spirituali. Questo libro, quindi, cerca di evidenziare le verità più nobili contenute nelle parabole approfondendo gli aspetti più pratici dell’economia, del commercio  e dell’etica aziendale che solitamente vengono trascurati.  In altre parole, il mio tentativo è quello di discernere, in mezzo alla mondanità, le implicazioni trascendenti. 

E’ importante capire subito che per “economia” non intendo solo la compravendita, né la semplice contabilità, ma la disciplina che chiarisce le conseguenze della scarsità di risorse nel mondo materiale: l’intera e complessa natura dello scambio, del commercio e del modo in cui l’essere umano contribuisce ad essi. In particolare, mi incuriosisce  il fatto che, partendo da una prospettiva economica, possiamo comprendere al meglio le conseguenze morali e teoriche più profonde racchiuse nell’insegnamento di Gesù. Non è mia intenzione ricavare dalle parabole una teoria o una teologia economica, tanto meno un’ideologia.  In effetti, l’economia come disciplina scientifica o intellettuale non esisteva ai tempi di Gesù. Pertanto, attribuire al Salvatore specifiche politiche economiche sarebbe anacronistico. Anche se ciò che è vero oggi per l’economia, lo era anche nel I secolo. Il mio sforzo è invece quello di  individuare le premesse economiche universali in gioco nelle storie raccontate, riconoscendo allo stesso tempo che questi non sono di per sé l’intento, la morale o l’obiettivo centrale della parabola e che ogni tanto Gesù stravolge tali  premesse per far valere le proprie ragioni.