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“Il suono delle campane è meglio del muezzin”. E l'ateo Dawkins non piace più

Giulio Meotti

Il guru evoluzionista scopre l’importanza del cristianesimo

Roma. “Sto ascoltando le bellissime campane di Winchester, una delle nostre grandi cattedrali medievali. Molto più belle dell’aggressivo ‘Allahu Akhbar’. O è solo la mia educazione culturale?”.

 

 

A scriverlo, ai suoi tre milioni di follower su Twitter, non è uno della Fondazione Lepanto, ma Richard Dawkins, guru dell’ateismo mondiale, il biologo evoluzionista che ha portato per le strade di Londra gli autobus in cui si diceva che “non c’è alcun Dio”. La reazione al suo tweet con foto della cattedrale non si è fatta attendere. Fatima Bhutto, nipote dell’ex premier pakistana, ha risposto: “No, è la tua bigotteria”. Al quotidiano britannico Independent, che gli ha chiesto conto della dichiarazione, Dawkins ha detto: “Le campane delle chiese sono bellissime. Anche la chiamata alla preghiera del muezzin può esserlo, ma ‘Allah Akbar’ è l’ultima cosa che senti prima che il kamikaze si faccia saltare in aria”.

 

C’è chi ha parlato di un tweet che “sa di intolleranza”, “fascista”, “razzista”, “islamofobo”. “Le campane di Winchester suonano magnifiche, così come la chiamata alla preghiera di un muezzin, l’unico suono aggressivo e sgradevole è questo tweet prevenuto”, ha scritto un altro. “Si scopre che l’autore di ‘God Delusion’ (il bestseller planetario di Dawkins, ndr) era un vecchio razzista noioso”, ha aggiunto un altro.

 

Perché l’ateo si porta sempre molto quando attacca Joseph Ratzinger, sant’Agostino e i polverosi arnesi giudeocristiani. Ma se tocca l’islam, è un’altra storia. Un anno fa, l’emittente radiofonica Kpfa, liberal e che va in onda in America dal 1949, ha cancellato un incontro con Dawkins a causa “dei discorsi insultanti di Dawkins contro i musulmani. Il discorso che abbiamo considerato comprende asserzioni sul fatto che l’islam sia la più cattiva delle religioni del mondo”.

 

Ma non sorprende tanto la critica all’islam, che accomuna Dawkins ad altri celebri atei blasonati come il compianto Christopher Hitchens. E’, piuttosto, la rivalutazione che Dawkins fa del cristianesimo. Un anno fa, il biologo evoluzionista ha messo in guardia dal celebrarne la fine in Europa: “Prima di gioire per gli spasimi della religione cristiana relativamente benigna, non dimentichiamo la minacciosa filastrocca di Hilaire Belloc: ‘Tieni sempre a portata di mano l’infermiera – Per paura di trovare qualcosa di peggio’”. Dawkins in precedenza aveva espresso preoccupazione per il declino della fede cristiana, “nella misura in cui il cristianesimo potrebbe essere un baluardo contro qualcosa di peggio. E’ allettante dire che tutte le religioni sono cattive, e dico che tutte le religioni sono cattive, ma è una tentazione peggiore dire che tutte le religioni sono ugualmente cattive perché non lo sono. Se si guarda all’effetto reale che le diverse religioni hanno sul mondo, è abbastanza evidente che al momento la religione più malvagia al mondo deve essere l’islam”.

 

Nel 2013, Dawkins era già finito nei guai per un’altra affermazione: “Tutto il mondo islamico ha meno premi Nobel del Trinity College di Cambridge”. Il più celebre ateo del mondo così perse molti lettori dopo che in una intervista aveva dichiarato: “Sono abbastanza ottimista per quanto riguarda l’America e l’Europa; sono pessimista per quanto riguarda il mondo islamico. Considero l’islam uno dei grandi mali del mondo, e temo che sarà una battaglia davvero dura”.

Un mese prima, Dawkins era incappato nella contestazione degli studenti musulmani dell’University College di Londra. E’ successo che l’aula, a causa dell’alta presenza di alunni di fede islamica, era stata divisa fra uomini e donne, in omaggio alla sharia, la legge islamica. Dawkins ha detto che non avrebbe avallato questa “segregazione sessuale”, questo “apartheid”.

L’ultimo stadio evolutivo del biologo non piace ai suoi adepti. L’attacco al Papa paga sempre, in termini di copie vendute e applausi. Quello all’islam, mai.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.