Editoriali
Psicodramma sinodale tra assenze importanti e vecchie visioni
Sull'accesso al diaconato delle donne si apre lo scontro soprattutto per la mancata trasparenza rispetto alla composizione dei lavori. E c’è chi urla “vergogna” al cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, per la mancata presenza alla riunione
Lo scorso inverno, Papa Francesco aveva affidato a dieci gruppi di lavoro ad hoc lo studio e l’approfondimento di alcune tematiche emerse durante il Sinodo del 2023. Fra queste, tutte quelle più divisive che avrebbero senza dubbio catalizzato l’attenzione mediatica anche in questa sessione conclusiva. E’ servito a poco, perché lo scontro si è acceso sull’accesso al diaconato delle donne, tema a quanto pare fondamentale per certi episcopati e qualche consorteria teologiche. A scatenare gli animi è stata la totale assenza di trasparenza rispetto alla composizione e ai lavori del gruppo numero 5, quello appunto deputato a occuparsi di “alcune specifiche forme ministeriali”. Di cosa parlano questi esperti? Chi sono? Alle riunioni convocate non si è presentato nessuno, salvo qualche funzionario che ha fornito carta, penna e un indirizzo mail cui rivolgere domande e fornire contributi. Assente il cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede – secondo il National Catholic Reporter, un membro del Sinodo ha definito “una vergogna” la mancata presenza alla riunione convocata del porporato argentino. Davanti al fluire delle ricostruzioni giornalistiche, ieri in apertura di sessione ha preso la parola il titolare dell’ex Sant’Uffizio, apparso assai piccato: “Giovedì ascolterò idee sul ruolo delle donne nella Chiesa. Per quelli che erano molto preoccupati per le procedure e i nomi, lo spiegherò giovedì e darò i nomi stessi, così da associare dei volti a questo lavoro”. Venendo al sodo, “sappiamo che il Santo Padre ha espresso che in questo momento la questione del diaconato femminile non è matura e ha chiesto che non ci intratteniamo adesso su questa possibilità”. Ancora, “pensare al diaconato per alcune donne non risolve la questione dei milioni di donne della Chiesa” e quindi “affrettarsi a chiedere l’ordinazione di diaconesse non è oggi la risposta più importante per promuovere le donne”.
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