Perché le polemiche sulle spese di preti e cardinali sono ridicole

Giovanni Maddalena

Parliamo di un’organizzazione che si occupa di oltre un miliardo di persone, è così strano che viaggino e spendano (il giusto)? La povertà non è pauperismo, ma utilizzare se stessi e le proprie sostanze per il bene. Se l’appartamento grande fa sì che questi signori facciano il bene di molte persone, diamogliene uno doppio L’assurdità della predica fatta dal mondo in base ai principi che il mondo normalmente rigetta.

Con la Chiesa Cattolica siamo passati dalle regole interne (sui sacramenti) ai conti interni. Se quelle erano fuori dalla portata del senso comune – oppure avrebbero richiesto ben altro approfondimento ed expertise – questi sarebbero semplicemente inutili e noiosi. Se non fosse che se ne fa un gran baccano. Lascio ad altri il capire perché la Chiesa Cattolica fa sempre notizia, io vorrei solo segnalare alcune anomalie di ragionamento. Prendo uno dei fatti tanto conclamati: le spese di questo cardinal Pell, che non conosco e di cui non conosco nemmeno scritti o idee. Invece, senza conoscere nulla, già so dagli informati libri del momento che ha speso 47.000 euro di arredamento, 7.500 di tappezzeria, 2.500 di vestiti, e che viaggia in business class.

 

Sarò stupido ma non capisco lo scandalo. La Chiesa è un’organizzazione umano-divina per auto-definizione. Proviamo a vedere prima il lato umano, che forse conosciamo meglio. Da questo lato, lo scandalo è difficile da comprendersi, sia nel caso di Pell sia nel caso dei vari porporati con case più o meno grandi. Si tratta di un’organizzazione che si occupa di un miliardo e duecento milioni di persone, di cui questi signori sono i ceo, gli amministratori delegati e i quadri dirigenziali (una volta dicevano i “principi”, ma forse è lo stesso). Non mi sembra che sia strano che viaggino in prima classe e alla fin fine i costi riportati sono contenuti, se pensiamo alle cifre da capogiro dei super-manager di banche e fondi internazionali. Marchionne viaggia in economy? 50.000 euro di arredamento non mi sembrano un granché, e 2500 euro per vestiti con tanta stoffa mi sembrano l’equivalente esatto dei 150 per un bikini di marca. Hanno caricato le spese sull’azienda? E quindi? Non sono fatti interni di un’organizzazione privata? Marchionne metterà i viaggi da New York allo stabilimento di Termoli (Molise) tra le sue spese di casa? Più che grandi lussi, mi sembrano piccoli lussi da borghesia medio-alta. Anzi, ci sarebbe da criticare il contrario: con queste cifre dubito che lasceranno delle stanze affrescate dal Raffaello di oggi.

 

Passiamo alla parte divina. Ma questi predicano la povertà e poi vivono con grandi lussi, si dice. Già si è visto che sono piccoli lussi da borghesi medio-alti e non proprio faraonici. Tuttavia, in un mondo prevalentemente agnostico, quello che fa ridere sono i discorsi che fanno la predica sui principi che derivano da credenze altrui. Un po’ come se un tifoso del Toro si mettesse a criticare la coerenza dell’allenatore attuale della Juve con il celebre stile della squadra. Ma mettiamo pure che sia il caso. Si vedrà che nella storia della Chiesa come di tutte le religioni ci sono state interpretazioni molto diverse della povertà. Certo, quella radicale è non avere nulla. Ma alle volte essa non è la soluzione migliore né l’unica fornita dalla storia. Se non si ha nulla, è difficile aiutare gli altri. Anche il Papa, portato giustamente come esempio di morigeratezza, è un monarca assoluto e decide di enormi cifre. Il fatto che voglia vivere in un appartamento piccolo, magari anche per dare un esempio, non intacca l’assolutezza del potere né le ricchezze di cui dispone. E ci sono stati Papi santi e di molto aiuto sociale che hanno vissuto nei molti metri quadrati dell’appartamento vaticano. Sono interpretazioni diverse di un unico principio: utilizzare se stessi e le proprie sostanze per il bene, peraltro ricordato oggi dal Papa stesso. Se l’appartamento grande fa sì che questi signori facciano il bene di molte persone, gliene darei uno doppio. Il che vale, per quanto mi riguarda, anche per i nostri politici: se facessero delle buone leggi, li pagherei volentieri il doppio. Bisognerebbe discutere i frutti e non i benefit di cui godono.

 

[**Video_box_2**]Infine, la logica: tutti i ragionamenti moralisti e moralizzatori, si muovono sempre sullo stesso schema, l’errore di ragionamento chiamato ad hominem (contro la persona). Si sostiene il fatto che una cosa sia vera o falsa, buona o cattiva, non a seconda dei dati di fatto e della natura della cosa ma per il comportamento della persona che la dice. “Non puoi dire che il fumo fa male perché tu fumi” non è un buon ragionamento. Il fumo fa male anche se lo dice un fumatore e si può apprezzare lo sforzo di dire il vero anche quando non si è coerenti con esso. Confondere coerenza e verità è un ottimo modo per evacuare i problemi, con la facile operazione di screditare le persone. Nel caso della Chiesa cattolica il gioco è ancora più divertente perché gli ideali che propone sono alti, e la caduta di chi afferma cose migliori di noi ci consola sempre della personale pochezza. E’ il principio della satira e della commedia antica ed è ottimo per farsi giustamente due risate. Ma non per ragionare sul serio.

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