La buona fede di Antonio Ingroia

Massimo Bordin

“Oggi mi trovo indagato per una indennità che mi aspettava” scrive l'ex pm 

L’affaire Ingroia continua e mostra tutti i paradossi del momento politico che il nostro paese sta vivendo. Più l’ex pm dei due mondi si difende, più viene alla luce il suo modo di ragionare che appare singolarissimo e talvolta inquietante. Sostiene Ingroia che tutto possa dirsi tranne che abbia ricevuto un trattamento di favore. Forse la sua voleva essere ironia amara ma il lettore può essere portato a sospettare che proprio quello l’ex pm si aspettasse. In buona fede, per carità. Una impietosa ricostruzione della agenzia Ansa mette in fila le vicende contabili che lo riguardano ma Ingroia tiene in ben altra considerazione il suo operato nella azienda regionalizzata che avrebbe dovuto liquidare.

Parla di miracolo e di corrotti da lui cacciati, anche se la prima inchiesta che lo riguardò, con una archiviazione, aveva per oggetto delle assunzioni da lui disposte, non dei licenziamenti. “Oggi mi trovo indagato per una indennità che mi aspettava” scrive il dottore Ingroia. Ho controllato il testo su due agenzie diverse ed è identico. Dunque non è un refuso. Piuttosto contiene la giusta lettura di questa storia che, al di là del suo profilo giudiziario, si può riassumere nella confusione fra aspettative e spettanze. 

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