Virginia Raggi (foto LaPresse)

La Raggi indifendibile

Massimo Bordin

Anche se Roma ha avuto spesso cattivi sindaci qualsiasi difesa comparativa appare impraticabile per i supporter della sindaca

Si può tentare un bilancio equanime senza demagogia e senza inutilmente infierire sui dettagli? Certo che sì può, ma è materialmente impossibile che sia positivo. Anche se Roma ha avuto spesso cattivi sindaci, ultimo l’indimenticabile allegro chirurgo, qualsiasi difesa comparativa appare impraticabile per i supporter della sindaca. La tradizionale ritorsione “E allora il PD?” è ormai una lama spuntata, non resterebbe che “E allora Nerone?”, se il ruolo dell’imperatore non fosse storicamente controverso. Poche semplici questioni possono bastare a spiegare. I rifiuti: in attesa di applicare un sistema detto di “rifiuti zero”, che nessuna capitale europea si sogna di adottare, i rifiuti della capitale che non entrano nelle discariche viaggiano verso la Germania, che si fa pagare il disturbo. Esattamente come prima, esattamente come fu nella Napoli della sindaca Jervolino. Quanto ai mezzi pubblici Roma è l’unica città d’Europa dove la loro riduzione inizia il venerdì mattina. Lo sciopero nell’ultimo giorno lavorativo della settimana è diventata una tradizione per i simpatici addetti. Negli altri giorni comunque è impossibile prendere la metropolitana, ormai anche quando non piove e le stazioni non si allagano. Sul decoro urbano basterà dire che sono tornati i centurioni, i pullman parcheggiano in doppia fila sotto il Colosseo, i Tredicine con le loro bancarelle di porchetta e generi vari sono tornati trionfalmente a piazza Navona. C’è altro ancora naturalmente, ma ieri in una intervista alla sindaca non è bastata una intera pagina del Corriere della Sera per proporre alla sindaca almeno uno dei più evidenti punti critici.

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