La statua pro life scandalizza la Francia

Redazione

Nel paese della legge Veil e di Voltaire, l’opera antiabortista non è ammessa

Nel paese che fra i primi in Europa ha regolarizzato l’aborto con la legge Veil, dove il numero degli aborti in quarant’anni non è mai calato e in cui è stato quindi de facto “normalizzato” (e banalizzato), di Voltaire, di Charlie Hebdo, dove le Femen entrano nelle cattedrali per esercitare il loro “diritto alla blasfemia”, c’è una statua pro life in mostra alla Biennale di arte sacra contemporanea di Nizza che sta generando non poco scandalo. Si chiama “Notre Dame degli innocenti”: la Vergine e sette bambini morti ai suoi piedi, alcuni sdraiati nascondono i propri volti, altri hanno ancora il cordone ombelicale. Un’imponente scultura installata sul piazzale dell’Hotel des Ambassadeurs a Mentone opera dell’artista olandese Daphne du Barry. “Volevo semplicemente dare una testimonianza della bellezza che la vita rappresenta. Quanti bambini non ancora nati avrebbero potuto essere dei geni?”, ha detto du Barry. La polemica divampava mentre a Parigi e in diverse altre città della Francia si celebrava la Giornata internazionale per il diritto all’aborto.

 

Claire Morracchini, coordinatrice della pianificazione familiare di Mentone, chiede la rimozione dell’opera: “Questa scultura ha lo scopo di far sentire le donne in colpa per l’aborto”. Le attiviste pro aborto hanno scritto anche una lettera al sindaco di Mentone, Jean-Claude Guibal: “Vogliamo che questo lavoro venga spostato in modo che non sia più visibile sullo spazio pubblico”. E’ questo il paradosso: il paese che vanta la più dura legge sulla laicità in Europa e fra le più libere sull’aborto, la più antica tradizione di irriverenza e blasfemia militante, dove nessuno ha mai messo in discussione il diritto all’aborto, possibile che non si riesca a tollerare la vista di quella scultura, al punto di chiederne la messa al bando?

Di più su questi argomenti: