Un gruppo di sostenitori dei genitori di Alfie Evans (foto LaPresse)

Il Papa fermato dai giudici inglesi

Redazione

Respinto l’appello per Alfie. Nei prossimi giorni sarà staccato il ventilatore

Com’era prevedibile, la Corte suprema inglese ha respinto l’ultimo ricorso presentato dai genitori di Alfie Evans, che dopo il verdetto sfavorevole di lunedì della Corte d’appello, avevano tentato l’ultima carta, consapevoli che la strada restava proibitiva. A questo punto, è probabile che nei prossimi giorni il ventilatore che tiene in vita il bambino sia staccato (l’intervento della Cedu non potrebbe modificare la decisione giunta venerdì, come ha ricordato il Centro Studi Rosario Livatino), essendo questo – hanno stabilito i giudici – “il suo migliore interesse”. Non ci sarà alcun trasferimento all’ospedale Bambino Gesù di Roma, che pure si era detto disponibile ad accogliere Alfie nella propria struttura. I magistrati d’Appello hanno sostenuto che un volo in aereo sarebbe stato rischioso (a quanto pare, considerata la loro sentenza, è più rischioso della morte sicura). Neanche l’intervento del Pontefice, che nonostante il pressoché totale silenzio delle fanfare mediatiche sempre pronte a esaltare con profluvi di commossi osanna ogni gesto papale, compresa la visita dall’ottico, ha fatto il possibile e l’impossibile (compresa l’udienza privata concessa al padre di Alfie) per favorire il ricovero a Roma del bambino, nulla ha potuto davanti al muro della giustizia inglese. Giustizia che solo un mese fa aveva sostenuto la decisione di staccare le macchine con frasi che il Papa stesso aveva usato in tutt’altro contesto e senza mai riferirsi a quelli che Francesco ha definito “bisogni primari” da salvaguardare sempre perché – ricordava ai magistrati britannici – “l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio!”. Margaritas ante porcos, scriveva san Matteo. Perle ai porci.

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