Sostenitori della Lega (foto LaPresse)

Forza nord

Roberto Maroni

Chi darà risposta alla rinascente questione settentrionale? Segnali chiari e forti, che la componente ambrosiana del governo non deve sottovalutare

“La rivolta del dio Po”: un titolo ad effetto, stile Cerasa, sul Foglio di ieri. Evoca un passato remoto leghista ormai messo in archivio dal nuovo corso salviniano? No. Qui a rivoltarsi contro Roma ladrona non sono le camicie verdi di bossiana memoria, ma il nord e le sue imprese. Lo leggiamo in questi giorni su tanti giornali. Breve rassegna stampa: “Quelle piazze rimaste senza classe dirigente. Torino e la bandiera che manca. La questione settentrionale un fuoco sotto il governo. Dalle infrastrutture al lavoro, perché il nord scalpita. E’ la sindrome dell’isolamento il vero incubo di una parte del nord Italia, il tema unificante della protesta che accomuna il Piemonte alla Lombardia, che interroga il Veneto e insieme la Liguria. La solitudine di questa parte del paese ha un valore politico e insieme sociale, visto che ridefinisce i contorni della questione settentrionale non più intorno alla vagheggiata autonomia dei referendum di un anno fa (a proposito, che fine hanno fatto?) ma dentro le nuove domande di ascolto e rappresentanza di comunità spaventate”. Osservatori diversi, analisi comune. Chi darà risposta alla rinascente questione settentrionale? “La risposta non può essere un ritorno al passato: la vecchia politica ha ormai poco da dire. Si coglie il desiderio di essere rappresentati da una nuova classe dirigente più credibile dell’attuale”. Segnali chiari e forti, che la componente ambrosiana del governo non deve sottovalutare. Forza nord, allora. Ci torneremo. Stay tuned.

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