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Bandiera bianca

Le inesattezze dei manuali di storia non riguardano solo la Russia e l'Ucraina

Antonio Gurrado

L'indignazione per i sussidiari filorussi è giusta, ma un po' di dimestichezza con la storiografia insegna che per definizione i libri di storia contengono assurdità. Studiare vuol dire fare un lavoro di scandaglio e critica, non imparare tutto a pappagallo

Certo che, se gli studenti studiassero, sarebbe un guaio. Considerate, ad esempio, i sussidiari appena finiti al centro di una polemica poiché descrivono la storia dell'Ucraina secondo criteri larvatamente filorussi, ad esempio individuando l'annessione della Crimea come volontaria e plebiscitaria, oppure rifacendosi all'ideale comunista della pace fra i popoli per giustificare l'imperialismo russo di ieri, oggi e domani. E ve lo dico io che ho studiato su un manuale di velata tendenza marxista che quindi, oltre a fornire una versione delle origini della Russia tutta imperniata sull'espansione del granducato di Mosca, culminava in una foto di Massimo D'Alema, nientemeno, non so se individuato come fine della storia, anima del mondo o individuo cosmico assoluto. Però - oltre a concedere il beneficio del dubbio agli editori, che esortano a considerare le frasi non estrapolate ma entro il contesto - bisogna chiedersi se abbia davvero senso parlare di "testi assolutamente inidonei", segnalare la "inadeguatezza dei libri di storia", criticare "libri di storia dove sono contenute inesattezze e assurdità", come ha fatto il sottosegretario all'istruzione.

L'indignazione è giusta ma un po' di dimestichezza con la storiografia insegna che per definizione i libri di storia contengono inesattezze e assurdità, ed è per questo che se ne fanno sempre di nuovi; che è difficile stabilire cosa sia una narrazione storica "adeguata", soprattutto su eventi recenti e non ancora risolti, senza contare il rischio che l'adeguatezza consista di volta in volta nel raccontare la versione preferita da chi comanda in quel momento. E, infine, che è proprio vero: i testi sono assolutamente inidonei. Ogni manuale di storia presenta giocoforza un'interpretazione secondo una prospettiva, che resterebbe monca se non la si raffrontasse alle altre prospettive, non si mediasse alla ricerca dell'accaduto più verosimile, non si imparasse a non bersi tutto quel che si legge, vagliandolo invece alla luce dei fatti, dei documenti, delle circostanze. E' questo lavoro di scandaglio e critica che si chiama studiare; non imparare a pappagallo questo o quell'altro pezzettino di sussidiario.

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