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Bandiera bianca

Essere o non essere disturbati. La tragedia di Amleto interrotta dall'iPad

Antonio Gurrado

Nel bel mezzo del celebre monologo di Shakespeare uno spettatore ha iniziato a mandare email. Se avesse pubblicato un post impegnato, allora avrebbe conseguito il plauso unanime di chi se ne intende

“Essere, o non…” – e basta, non si sa come continui, in quanto nel bel mezzo del celebre monologo di Amleto Andrew Scott aveva dovuto interrompersi. La star del teatro e della tv britannica (“Fleabag”, per dirne una) racconta che, mentre recitava in una produzione shakespeariana all’Almeida Theatre di Londra, era stato disturbato dalla luce emanata dall’iPad di uno spettatore che proprio in quel momento aveva avvertito l’insopprimibile esigenza di mettersi a rispondere a delle mail.

Scott si era fermato ed era rimasto zitto a fissarlo, mentre quello altrettanto assorto fissava lo schermo retroilluminato, causando lo sconcerto del resto del pubblico e il panico, dietro le quinte, fra gli altri attori che lo esortavano a continuare: “Non essere! Non essere!”. Ma lui, niente, Shakespeare sospeso per impraticabilità di campo.

Lo sapevamo già, ma arrivano conferme sempre nuove (l’altro giorno ho visto una coppia cambiare il pannolino a un neonato in aereo; non nel bagno, proprio nella fusoliera, spandendo feci e olezzo nell’indifferenza o nella rassegnazione generale): è venuta meno, insieme al normale rispetto dei ruoli, insieme all’accettazione del fatto che se l’attore parla lo spettatore ha la compiacenza di ascoltarlo, anche la semplice percezione del contesto, e di conseguenza la necessità di adattarvisi, spedendo le mail prima o dopo l’Amleto. In effetti l’incauto spettatore si è dimostrato incapace di leggere la situazione: se solo, anziché mettersi a rispondere alle mail a teatro, avesse acceso l’iPad per pubblicare un post socialmente impegnato, o avesse ululato uno slogan politico, o avesse srotolato uno striscione con scritto “Non vogliamo fascisti in Shakespeare”, allora avrebbe conseguito il plauso unanime di chi se ne intende.

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