Famedio di Milano con il nome di Berlusconi - Ansa

Bandiera Bianca

Da oggi Berlusconi è nel Famedio di Milano. Alla faccia delle petizioni "morali"

Antonio Gurrado

Nel giorno dei morti, il Cav. è stato accolto nella parte del cimitero Monumentale dedicata ai milanesi illustri, che hanno reso grande la città. Nonostante la polemica contro il comune di Milano per la scelta
 

"L’è el dì di mort, alegher!", e chi come me non vede malinconia nella celebrazione, bensì gioia ricordo e sollievo, non può che rallegrarsi alla notizia che oggi nel Famedio siano stati accolti quattordici nuovi milanesi illustri, benemeriti e distinti. Compreso Berlusconi, certo, che è andato a fare compagnia al conte di Cavour e a Bernardo Caprotti, a Sant’Agostino e a Lucia Bosè, a Peppino Prisco e a Gioseffo Ripamonti, ad Armando Cossutta e a Ulrico Hoepli, a Giovanni Rasori e a Mike Bongiorno, nonostante la polemica sul fatto che il Comune di Milano abbia così “tradito la questfione morale”, con annessa raccolta firme. Ebbene, il motivo per cui la mesta ricorrenza di oggi mi suona in realtà gioiosa è proprio che, morendo, l’anima si libera della zavorra del giudizio terreno, ed è come se nel ricordo potessero restarle addosso solo le poche o tante cose buone che ciascuno di noi combina, oscurando quelle cattive. Mica per niente al centro del Famedio troneggia il monumento al Manzoni, il quale scrisse: “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!”. Nell’imperscrutabile aldilà quindi non arrivano le petizioni ostracizzanti, la questione morale non liquet; esistono inferno e paradiso ma come sarà andata a Berlusconi, e agli altri, lo scopriremo soltanto quando ci arriveremo anche noi.

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