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bandiera bianca

"SCRITTO IN STAMPATELLO MAIUSCOLO". Oramai i libri per bambini si vendono così

Antonio Gurrado

Sono lontani i tempi in cui per leggere bisognava sforzarsi di comprendere parole difficili: ora per invogliare i più piccoli si fa leva su una promessa di facilità

“Scritto in stampatello maiuscolo”, anzi, “SCRITTO IN STAMPATELLO MAIUSCOLO” è il bollino sullo stand di una nuova collana di libri per bambini, nonché sulla copertina di ciascun volume della serie. Trattasi di brevi fascicoli illustrati con celebri storie Disney – “La carica dei 101”, “Frozen”, “Toy Story”, eccetera – che forniscono un resoconto degli eventi principali tale per cui, grazie allo stampatello maiuscolo, non vengano affaticati né gli occhi né le capacità ermeneutiche dei piccoli lettori. In sostanza è un bel modo di dire agli adulti: “Tranquilli, i vostri figli saranno peggio di voi. Nessuno indurrà la vostra prole agli sforzi cui vi hanno costretti i vostri genitori mettendovi davanti pagine fitte, facendovi leggere il minuscolo quando non, i sadici, scrivere in corsivo”.

Alla generazione perversa e degenere che trenta o quarant’anni fa avrebbe comprato ai bambini solo libri con bollini tipo “Contiene parole difficili e concetti complicati”, “Include giochi mnemonici ed equazioni di terzo grado”, “Rassegnatevi, vostro figlio non ci capirà niente”, si sostituisce oggi una generazione che affida i più piccoli al morbido abbraccio della facilità. Così che, fra trenta o quarant’anni, ci siano nuovi adulti che ai bambini di domani compreranno libri con in copertina il bollino “Questo volume non contiene parole”. Scritto in stampatello maiuscolo.

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