Fëdor Dostoevskij (Wikimedia commons) 

bandiera bianca

Ma quale contesto? Dostoevskij e le convulsioni dell'università Bicocca

Antonio Gurrado

La decisione del campus milanese (poi ritirata) di rimandare le lezioni dedicate allo scrittore, in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, ha ben poco di razionale. Va bene ricalibrare l'offerta formativa, ma in base agli avvenimenti non certo alle emozioni

Ma è poi vero che, come ha sostenuto ieri la governance della Bicocca, un’università debba “ricalibrare le lezioni in base al contesto”? Se mi sforzo, riesco a immaginare tre tipi di contesto. Il primo è il contesto storico. Le università ricalibrano automaticamente i corsi su questo criterio, semplicemente perché non avrebbe senso un corso di informatica che rivelasse i segreti del Commodore 64 o un corso di letteratura contemporanea che si fermasse a Corrado Govoni. L’aggiornamento tuttavia non esclude che chi frequenti un corso di informatica debba sapere cos’era un Commodore 64 o chi frequenti un corso di letteratura debba dare una letta anche a Govoni.

Poi c’è il contesto umano. Significa che le università restano ma gli studenti cambiano: hanno interessi diversi e magari col tempo diventano più selvatici. In tal caso le università da un lato hanno il compito di evolversi coprendo i nuovi interessi degli studenti, altrimenti diventano autoreferenziali e chiudono; dall’altro però hanno il dovere di presentare agli studenti ciò che esula dai loro interessi, altrimenti diventerebbero un mero specchio dei tempi e tanto varrebbe chiudere lo stesso.

Infine c’è il contesto psicologico, il comune sentire che via via stabilisce il bene e il male culturali, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. È su questa scorta che le università hanno nel tempo aderito più o meno entusiasticamente a discipline alla moda: un giorno la pedagogia, un giorno la sostenibilità, un giorno i gender studies, un giorno quelli postcoloniali… Farsi venire le convulsioni per quattro lezioni su Dostoevskij in fondo significa confondere questi tre piani: prestare eccessiva attenzione al contesto psicologico, con la scusa di un malinteso contesto storico, per timore di non mostrarsi all’altezza del contesto umano. Quindi, in definitiva, è vero che ogni università deve ricalibrare le lezioni: ma in base agli avvenimenti, non alle emozioni.

Di più su questi argomenti: