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bandiera bianca

Dai No vax agli ambientalisti ai pacifisti. È il carnevale permanente

Antonio Gurrado

Tutti indossiamo un’identità mascherata fatta di idee esibizionistiche e solipsismo estetico

Ricapitoliamo, dunque: ieri sono uscito a fare due passi e mi sono imbattuto in una manifestazione che ha colpito la mia curiosità perché uno dei manifestanti recava in mano un video che trasmetteva la scritta “pollo”. Mi sono avvicinato, presumendo si trattasse di una protesta contro gli allevamenti intensivi, ma mi sono presto accorto che era anche una metafora del seguente sottotesto: chi si vaccina viene trattato come un pollo di batteria. Poiché però il Covid sta repentinamente tramontando nella nostra scala di priorità, ecco che un altro manifestante lì di presso reggeva un cartellone con la scritta “Stop the war”; commendevole intento, che pone tuttavia due problemi. Il primo è se sia eticamente sostenibile aderire a un’istanza ragionevole patrocinata da manifestanti per altri versi irragionevoli: non sarebbe più comodo se tutti i no-vax fossero putiniani? Il secondo è come fare a distinguere la manifestazione pacifista-antivaccinista-animalista dal circostante turbinio di stelle filanti e coriandoli lanciati da bambini col costume da principessa o da Godzilla. Del resto anche i manifestanti indossavano una maschera, quella di Anonymous. E, per massimizzare la confusione, tutti gli adulti a passeggio come me non si capiva se fossero mascherati anche loro o soltanto vestiti male o magari impegnati a esprimere tramite abbigliamento e accessori estrosi un’individualità insindacabile, strabordante e irripetibile. Ne ho dedotto che viviamo in un mondo carnascialesco, in cui il rovesciamento dei canoni è permanente e tutti indossiamo un’identità mascherata fatta di idee esibizionistiche e solipsismo estetico. Tanto varrebbe andare in giro vestiti da principessa o da Godzilla, e non è detto che non lo faremo presto. Sono tornato a casa e non voglio uscire più.

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