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Il Facebookgate e il nuovo potere spirituale

Antonio Gurrado

Il dettaglio rivelatore riguardo allo scandalo Cambridge Analytica sta nel fatto che migliaia di utenti Facebook si sono lasciati irretire volontariamente

È il potere spirituale, bellezza. Il dettaglio rivelatore riguardo allo scandalo Cambridge Analytica sta nel fatto che migliaia di utenti Facebook si sono lasciati irretire volontariamente. Loro hanno scaricato la app “Thisisyourdigitallife” e loro hanno inserito i dati sensibili nella circolazione indebita. Lo hanno fatto non perché siano ingenui (be’, un po’) ma perché ritenevano che la app avrebbe restituito loro un ritratto fedele della loro vita digitale, che è l’odierno equivalente della vita dello spirito: un ritratto di noi stessi a un livello più vero e più profondo al quale non abbiamo accesso se non consegnando le nostre confessioni virtuali a qualcuno che ci trascenda.

 

Ecco.

 

Facebook, scrigno delle nostre anime, esercita su di noi il potere spirituale esattamente come, nell’età moderna, i confessori gesuiti dei sovrani cattolici carpivano loro, specchiandone le anime, i segreti di Stato. Non è cambiato niente; anzi, è cambiato solo il fatto che il potere esecutivo non appartiene più ai sovrani ma genericamente a tutti noi, quindi i segreti politici da estorcere con la confessione sono i fatti nostri. Non so quanto questo paragone storico possa interessare Zuckerberg. A ogni buon conto lo avverto che, a un certo punto dell’età moderna, i gesuiti furono espulsi dalle nazioni dei re che confessavano.

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