Militari pattugliano le strade di Roma (foto LaPresse)

I diritti da difendere per evitare che l'emergenza terrorismo crei altre emergenze

Piero Tony
Lugete. Forse resteranno solo nei libri di storia, c’erano una volta… certe cose strane e non palpabili… le chiamavano privacy e garanzie. Sì, lugete amici, c’è chi pensa che per combattere quei maledetti saremo costretti ad offrire in sacrificio il nostro privato.

Lugete. Forse resteranno solo nei libri di storia, c’erano una volta… certe cose strane e non palpabili… le chiamavano privacy e garanzie. Sì, lugete amici, c’è chi pensa che per combattere quei maledetti saremo costretti ad offrire in sacrificio il nostro privato. Sì, è molto probabile che con gli attentati di Parigi sia terminata un’epoca e ne stia incominciando una nuova, maledetti terroristi, Isis o non Isis. Onore alle 130 vittime di Parigi e uguale onore alle migliaia di vittime – ormai per comodità mediatica si resocontano a decine o a famiglie, naturalmente con commossi accenni ai bambini – che continuano a soccombere alla follia. Per rendere loro onore, ma soprattutto perché non riaccada ai nostri figli, sta sorgendo, maledetti loro, un nuovo mondo. Dopo l’éra atomica iniziata il 5 agosto 1945, e poi l’éra spaziale nel 1957 con gli Sputnik e la sventurata Laiketta, e poi quella informatica con l’invenzione di computer e massmedia, ecco quella nuova che secondo tanti sta albeggiando, l’epoca tetra del controllo totale del Grande Fratello. Maledetti mentecatti terroristi, Isis o non Isis. Paiono svagolate dall’ebbrezza le accese discussioni di questi giorni: è guerra sia pure non convenzionale o non è guerra, ed è tra civiltà occidentale e Islam, oppure è guerra tra religioni? O tra terroristi musulmani e il resto del mondo? L’Isis-Daesh è fenomeno spontaneo o creatura sfuggita al controllo di qualcuno, tipo l’occidente o la Turchia o meglio i Sauditi? E i foreign fighters sono o non sono sintomo della nostra incapacità di includere? Ogni musulmano è un potenziale terrorista perché l’islam è soprattutto furore e anatema contro la laicità e gli infedeli oppure quelli di Parigi sono schegge impazzite che con il corano non hanno nulla a che fare? Ed ancora, solo raid aerei o anche boots on the ground, Schengen o no Schengen, c’entrano o no i flussi migratori ed i barconi degli immigrati? Per fortuna alla maggior parte della gente pare che ormai sia diabolicamente inconcludente qualsiasi tentativo di analisi sia di codesti interrogativi sia dell’intreccio di cause che hanno determinato la perniciosa situazione che stiamo vivendo.

 

Nel senso che oggi – dopo Torri Gemelle, Parigi e tutto il resto – non sarebbe più il tempo di fare mea culpa e battersi il petto per le crociate di antica memoria, i disastri coloniali, il cinismo in continua ascesa di trafficanti di armi e morte, gas e petrolio, i confini spesso tracciati a tavolino con un righello ignorante su quello che incasellavano, le guerre missionarie che invece – ormai sono tutti d’accordo o quasi – non andavano fatte, il continuo sfruttamento delle materie prime e le sottese manovre di imprenditori e politici senza scrupoli… e così via. E davvero non pare illogico e temerario il pensare che oggi sia un dovere prendere solo atto dei semplici fatti, di una realtà oggettiva e incombente. Di come – a prescindere da codeste definizioni, determinismi, paraventi e supposte manovre triangolate o dirette che siano, ed anche a prescindere dall’indubbio fatto che nel mondo è musulmana la stragrande maggioranza delle loro vittime – l’Isis-Daesh reale o fantoccio che sia costituisca un cancro devastante e risolutamente invasivo, primario per Siria ed Iraq ma con metastasi infiltrate anche altrove, assolutamente incompatibile con il nostro modo di esistere sia o non sia il migliore possibile. Incompatibile con la nostra cultura, con il diritto al quieto vivere, con la libertà di essere laico o credente, peccatore o vestale. Un cancro che, ovunque alligni, non si può non essere costretti a cauterizzare con tutti i mezzi che possano apparire necessari e sufficienti, compreso purtroppo quel maledetto Grande Fratello da cui siamo partiti. Ecco, si spera ardentemente di prendere una grande cantonata ma, stando ai fatti, sembra prevedibile che a meno di un miracolo si assisterà – nei prossimi tempi e in nome della sicurezza – a un progressivo ed irrinunciabile incremento dei servizi internazionali di intelligence – quasi a livello di Stasi per intenderci – di uffici giudiziari sempre più accentrati ( dapprima nazionali e poi europei e poi intercontinentali ), di strumenti investigativi sempre più estesi e penetranti. Ossia procure sempre più grandi – la prima quella europea, già richiesta da molti stati – e diritti sempre più affievoliti perché sempre meno azionabili. Già oggi a dir il vero Jack Kerouac non potrebbe più vagabondare inebriandosi di libertà, perché per colpa di quei maledetti terroristi mentecatti già oggi sono in via di continuo perfezionamento videocamere interattive con qualsiasi banca dati comprese quelle per i riconoscimenti facciali, nonché diffuse intercettazioni preventive e a strascico sia telefoniche sia informatiche, nonché sistematico monitoraggio dei tabulati telefonici e bancari, controllo di trasporti e web e così via. Come si vede si tratta sempre e soltanto di accertamenti tecnici, in quanto tali espletabili solo con procedure assolutamente tecniche e di polizia e pertanto tendenzialmente amministrative, ovverossia non controllate e difficilmente controllabili in ambito giurisdizionale.

 

[**Video_box_2**]Privatezza e diritti fondamentali sotto i tacchi, insomma. Tento di consolarmi immaginando un futuro meno fosco, qualcosa come un rientro dello tsunami con conseguente ritorno alla normalità… prima o dopo… ma quante generazioni per smantellare l’apparato e ritrovare la cultura delle garanzie? Mentre sto per addormentarmi – è proprio tardi, quasi le due – sentendo nell’orecchio il chioccolio del mio solito e amato angelo custode mi chiedo se sia ingiusto e impietoso giudicare quei terroristi maledetti e mentecatti, visto che bene o male sono sicuramente manovrati da chissà chi o almeno condizionati da abissali carenze. Dubbio di pochi attimi, mi torna subito in mente il fanatismo ebete con cui, oltre alla privacy di tutti quanti noi, hanno distrutto la vita di tante persone e mi rispondo di sì, seppure con una punta di apprensione. E poi l’ha detto anche il Papa, l’idea mi rasserena.

 

Piero Tony, ex procuratore capo di Prato è autore di “Io non posso tacere” (Einaudi)

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