Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, ha inaugurato l'anno accademico all'Università Bocconi (foto LaPresse)

Lagarde indica la via: "Bene il jobs act. Ora la riduzione del cuneo fiscale"

Redazione

Il presidente del Fmi interviene all'inaugurazione dell'anno accademico alla Bocconi.

"Affrontare il problema della disoccupazione giovanile è una responsabilità comune, che deve essere gestita da governi, settore privato e dalla società nella sua interezza, sia a livello nazionale che a livello europeo". È' quanto ha sottolineato il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, intervenuta oggi a Milano all'inaugurazione del nuovo anno accademico dell'Università Bocconi.

 

"Oggi - ha sottolineato Lagarde - la disoccupazione giovanile in Italia  supera il 40 per cento, la percentuale più alta in quasi trent'anni. Se i disoccupati potessero formare una loro regione, sarebbe quasi grande quanto l'Umbria, 700.000 persone". Lagarde ha quindi ricordato il rapporto pubblicato dal Fmi "la disoccupazione giovanile nell'Europa avanzata: alla ricerca di una soluzione" che affronta il tema non solo per quanto riguarda l'Italia ma anche altri paesi europei.

 

Secondo il rapporto, ha proseguito Lagarde "in media, nei paesi più avanzati l'impatto che una crescita debole sui giovani è tre volte più grande che per i disoccupati adulti. Infatti, nei paesi economicamente più vulnerabili, durante la crisi circa il 70 per cento dell'aumento della disoccupazione giovanile può essere imputato alla debolezza della crescita". La ripresa della crescita, quindi per Lagarde "è una priorità assoluta. Secondo la ricerca, ogni punto percentuale di crescita del pil in Italia ridurrebbe la disoccupazione giovanile di 0,6 punti percentuali. A parità di condizioni, significherebbe che circa 10 mila persone potrebbero tornare a lavorare".

 

[**Video_box_2**]Lagarde ha sottolineato che per sfruttare il potenziale che ha il nostro paese "è necessario intervenire sulle riforme strutturali" mettendo a punto "modifiche istituzionali che possano dare spazio alla produttività e alla crescita dell'Italia". La prima riforma da attuare, secondo Lagarde "e quella del mercato del lavoro. Il mercato del lavoro italiano soffre per il problema che alcuni definiscono dualismo è che altri hanno chiamato problema 'insider-outsider'. Gli insider -ha spiegato- hanno contratti a tempo indeterminato con un alto livello di tutela mentre gli outsider, sopratutto i giovani, sono assunti con contratti temporanei e ricevono un training ridotto". Questo, ha sottolineato Lagarde "non solo è ingiusto ma anche inefficiente. Le imprese hanno pochi incentivi a investire nei giovani. Per questo il jobs act e il suo obiettivo di creare un nuovo contratto di lavoro con una produzione gradualmente crescente, è così importante per combattere questo dualismo generalizzato e migliorare il mercato del lavoro per lavoratori e imprese".

 

Il jobs act, secondo Lagarde, deve essere inoltre accompagnato da misure finalizzate ad abbassare le aliquote fiscali marginali, o cuneo fiscale, che scoraggiano gli investimenti in lavoro e capitali". "Nonostante i recenti sforzi - ha osservato Lagarde - il carico fiscale sul lavoro in Italia rimane ben oltre la media Ocse". Per questo, ha proseguito "è importante riportare il cuneo fiscale sul lavoro in Italia al livello della media europea" che potrebbe così "abbassare la disoccupazione giovanile di 4-8 punti percentuali. Questo significherebbe dai 60 ai 130 mila giovani che tornerebbero a lavorare".

 

Di più su questi argomenti: