Matteo Renzi (foto LaPresse)

Il patto del Grillo

Mario Sechi

Il Cav. e Renzi. Ovvero il plot classico di una trattativa politica, non un thriller di Palazzo.

Tiene o non tiene? Casca o sta in piedi? E’ saldo o è in saldo? Il patto del Nazareno è il piatto forte della settimana e sul taccuino bolle la salsa cucinata il 18 gennaio scorso da Berlusconi e Renzi. Qualcuno avanza il dubbio che sia rimasta un po’ troppo sui fornelli. Dieci mesi sono tanti e il potere logora chi ce l’ha? Io penso di no, ma siamo nel campo delle opinioni di un umile cronista, facciamo parlare chef e aiuto cuochi. La cucina del Mattinale – il bollettino cingolato diretto da Renato Brunetta – sabato 1° novembre avverte: “Siamo leali, responsabili ma non fessi. Va bene il premio di lista, ma discutiamone le implicazioni istituzionali”. Altolà mitigato dalle rituali e fluviali anticipazioni del libro di Bruno Vespa. Berlusconi confessa: “Nella vita ho imparato a comprendere e a perdonare l’impulsività dei giovani”.

 

Il Cav si riferisce ai tempi in cui Matteo chiedeva la sua testa al Senato della Repubblica e da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Piove sulla Capitale, ma il patto non appare così fradicio. Sì, è vero, le Brunettiadi sono in corso e lunedì 3 novembre il capogruppo alla Camera lancia un altro avviso (“non vorremmo che il Patto del Nazareno si stia trasformando nel Patto del Narazeno alla renziana”) ma Berlusconi sembra avere in mente altro perché “non sanno di che pasta sono fatto. Non abbandonerò i milioni di italiani che credono in me” (intervista al Tg5, sempre lunedì) e per carità “la legge Severino non si tocca nella sua impostazione” (Matteo Renzi a “Ballarò”, martedì 4 novembre). Stop and go. Giochi con molte frontiere di due leader che devono tenere conto degli umori, dei dissapori, delle illusioni e visioni dei partitanti e poi fare i conti con il pallottoliere della legge elettorale che verrà. Mercoledì 5 novembre sul taccuino finiscono due numeri: “Soglia d’ingresso al 5 per cento e innalzamento del premio di maggioranza al 40 per cento”, è questa la proposta di Renzi a Berlusconi alla vigilia del faccia a faccia. Si vedono all’ora di pranzo e finisce come doveva finire: “Non ci siamo, dobbiamo vederci ancora”.

 

E’ sera, altra nota sul Moleskine: “Quota bloccata nelle liste”. Si chiama “punto di caduta” e l’accordo si farà su questo. A Berlusconi serve per evitare sorprese nel partito e a Renzi per consolidare il suo potere nel Parlamento di domani. C’è solo da mettere un numero. Sarà il trenta? Vedremo presto. Toh! nelle cronache ciclostilate compare la parola “frenata”, Renzi entra in fase scarpa chiodata e avvisa: “Andremo avanti comunque”. Nessuna sorpresa, è il plot classico di una trattativa politica, non un thriller di Palazzo. Alle 10 e 18 di giovedì 6 novembre riprendono le Brunettiadi, stavolta via Twitter: “Patto del Nazareno, scoprire il bluff di Matteo Renzi. No ai ricatti. O Berlusconi libero o il NazaRenzi se lo faccia da solo”. Un semplice cinguettìo o un urlo di guerra? Il gioco si fa duro, si sente il clangore dei boccoli. E’ Maria Elena Boschi: “Mi auguro che Forza Italia mantenga l’impegno, ma se si dovesse tirare indietro noi non possiamo non andare avanti”. Gong! fuori i secondi. Brunetta scartavetra un “deliziosamente spudorata” sul volto angelico di Maria Elena, troppo per Renzi che alle 20 parlando all’Anci chiosa così la giornata: “Il patto del Nazareno scricchiola, altro che se scricchiola…”.

 

[**Video_box_2**]Non tiene, dicono quelli che sperano nella caduta. Tiene, ribattono quelli di scuola realpolitik. Diluvia. Renzi apparecchia a Milano la cena di finanziamento e mette in tavola un invito a fare senza disfare (troppo): “Il patto del Nazareno non può essere fermato e rallentato perché qualcuno ha paura di fare le riforme”. Tutti a nanna. Sulla ruota di novembre esce il numero sette, è venerdì, davanti alle telecamere di “Mattino 5” compare lei, Maria Elena Boschi, linea tosta: “L’accordo del Nazareno? Scricchiola perché dentro Forza Italia litigano, non si mettono d’accordo tra di loro. Noi però non ci possiamo fermare". Sturm und drang. Troppo anche in clima temporalesco. Vediamo che dice Repubblica. Foto di Ezio Mauro, titoletto: “Il patto scricchiola. I 5 stelle dialogano. E la politica si muove”. Ma certo, rieccolo il vecchio sogno, il patto del Grillo. Buona fortuna.