Come e perché Jeff Bezos ha sfidato i grandi editori con uno scherzo da 10 dollari

Redazione

Questa settimana, per poche ore, il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha mostrato al mondo il futuro del libro, e le case editrici non ne facevano parte. Non ci sono stati annunci eclatanti e la novità, pubblicata per errore e poi ritirata, è passata quasi inosservata.

Questa settimana, per poche ore, il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha mostrato al mondo il futuro del libro, e le case editrici non ne facevano parte. Non ci sono stati annunci eclatanti e la novità, pubblicata per errore e poi ritirata, è passata quasi inosservata. Si chiama Kindle Unlimited, e trasformerà l’acquisto dei libri in un servizio in abbonamento. Con una quota mensile di dieci dollari, il lettore avrà accesso a tutti gli ebook che desidera, senza doverli comprare uno per uno, senza doversi preoccupare di investire in una lettura piuttosto che in un’altra. Dieci dollari al mese e ottieni il diritto di scaricare tutto Dostoevskij e tutto Harry Potter in formato digitale, senza spendere un centesimo in più. Dieci dollari al mese e tuo figlio può sfogliare sull’iPad tutti i libri di Peppa Pig.

 

Amazon sta ancora testando il servizio, i libri disponibili sono ancora pochi (i grandi editori si sono rifiutati di partecipare) e l’anticipazione di mercoledì è frutto di un errore (voluto, si dice) ma l’idea di offrire i libri digitali con un abbonamento mensile, seppure non nuova, è una di quelle capaci di cambiare il mercato. Per Jeff Bezos, che ha già cambiato il mondo del libro almeno un paio di volte, è l’arma finale contro le case editrici, quella che gli consentirà di distruggere il loro modello di business. Amazon combatte da anni per rendere irrilevanti gli editori, in questi mesi è entrata in una guerra commerciale durissima in America e Germania per una disputa sul prezzo degli ebook, ha boicottato i libri dell’americana Hachette e cercato di “comprare” i suoi autori con ampi margini di guadagno. In Francia si è scontrata con il governo, e ha aggirato magistralmente le leggi fatte approvare dalla ministra della Cultura Filippetti per difendere le librerie e i libri cartacei. Kindle Unlimited è un’arma che richiederà anni per essere messa a punto, ma che alla fine si rivelerà fondamentale. Unlimited potrebbe portare a termine quello che gli analisti prevedono da tempo, e devastare il mercato editoriale come è avvenuto con quello della musica.

 

“E’ una domanda che gira nell’industria del libro già da tre-quattro anni”, ha detto il capo della Publishers Association americana al Financial Times: “Quando arriverà anche per gli editori un ‘momento Spotify?’”. Per l’industria della musica, il “momento Spotify”, dal nome del popolare servizio di streaming, è stato quando le case discografiche hanno capito che il disco non sarebbe sopravvissuto. Che il download prima e lo streaming poi avevano separato la musica dal suo supporto fisico, e che alle orde di ragazzini collegati che volevano musica infinita e la volevano per pochi spiccioli non c’era più rimedio. Se è possibile avere tutto e subito, perché comprare dei dischi? Unlimited farà lo stesso al mercato del libro. Ci darà tutti i libri che vogliamo, ce li darà subito e ce li darà per pochi spiccioli. Ci vorranno anni, ma alla fine smetteremo anche di sentire la mancanza della carta, la bulimia del digitale inizierà ad appagarci, e tutti i servizi e le infrastrutture di cui vivono le case editrici diventeranno obsoleti. E Jeff Bezos, a differenza di Spotify che con le case discografiche convive, gli editori li vuole distruggere. Le nuove infrastrutture, quelle che serviranno per sostenere un’editoria digitale, Amazon le sta già preparando da tempo.

 

In Italia, dove le vendite degli ebook sono ancora una frazione, la rivoluzione tarderà ad attecchire. Gli editori sanno che i ricavi precipitano ma, si dice nell’industria, si fregano le mani perché i numeri degli ebook sono ancora bassi, e si aggrappano alle vecchie pratiche sperando che il momento in cui dovranno fare i conti con il diluvio arrivi il più tardi possibile.

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