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Cambiare verso all’Italia e all’Europa

L’Unione s’è allineata troppo alla Germania, ci dice l’uomo del giorno (guardato storto) a Bruxelles

L’Europa si è allineata a quel che dice la Merkel, e così si è indebolita politicamente, ha diviso l’Unione europea in blocchi contrapposti e soprattutto non ha risolto la crisi economica. Questo è quel che dice al Foglio Philippe Legrain, giornalista, scrittore, economista, da ieri “man on the news” (ma senza grandi sorrisi attorno), dopo che ha rilasciato un’intervista al Financial Times in cui criticava la decisione di Bruxelles di “allinearsi strategicamente alla Germania” sull’austerità. La Commissione europea non l’ha presa bene, il portavoce di Olli Rehn, Simon O’Connor, ha detto che queste sono le dichiarazioni di un “ex membro dello staff a tempo determinato che purtroppo non ha scelto di contribuire in modo utile alla risposta alla crisi”, e l’ha liquidato così.

09 APR 2014

In India lo staff di Modi studia per la rivoluzione thatcheriana

S’è cominciato a votare domenica nel nord-est dell’India, ai piedi dell’Himalaya, il primo di nove round elettorali che finiranno il 12 maggio, 815 milioni di persone (23 milioni sono soltanto i giovani che hanno 18 e 19 anni), più o meno la popolazione degli Stati Uniti e quella dell’Unione europea messe assieme, avranno il diritto di scegliere 543 parlamentari e soprattutto il futuro del loro paese. Le elezioni indiane sono sempre dominate dalla retorica della gigantesca e caotica macchina democratica che si mette in movimento, ma per una volta, in questa che è considerata anche una delle elezioni più dispendiose della storia (almeno cinque miliardi di dollari spesi dai candidati, secondo alcune stime), la questione è piuttosto chiara: c’entra l’economia e c’entra un dibattito ideologico che in occidente non è ancora stato risolto. Guarda anche la gallery fotografica

08 APR 2014

Speciale online 16:13

"Mai più" è ora: in Siria

Il genocidio in Ruanda, ricordato in questi giorni nel suo ventennale, rappresenta il cosiddetto attimo di lucidità nella storia della dottrina di politica estera dei liberal americani. A lungo ci fu difficoltà, nella Casa Bianca di Bill Clinton, a definire quel che stava accadendo in Ruanda come un “genocidio”. C’erano task force dedicate, un’attenzione mediatica accurata sulla questione, continui appelli alla fine delle violenze, ma nessuna volontà di impegnarsi in quello scontro tra tribù in cui gli americani pensavano di non aver alcun interesse in gioco. Era una strage umanitaria, ma la difesa di un popolo in nome dei diritti umani era considerata una missione per gli attivisti, non per dei governi, o degli eserciti.

07 APR 2014

I Tory scommettono sull’ottimismo, hanno i numeri dalla loro

George Osborne, cancelliere dello Scacchiere inglese, è anche il capo della campagna elettorale dei Tory in vista del voto del prossimo anno. Per questo ogni volta che parla ha in mente anche e soprattutto quell’obiettivo: vincere le elezioni, e vincerle senza doversi tirare dietro il carrozzone liberaldemocratico come partner di minoranza nel governo. Usa toni trionfalistici, ma poi li modera quando dice che ancora si dovrà soffrire, ricorda che l’economia britannica sta andando alla grande – cresce al 2,7 per cento, il pil l’anno prossimo sarà più grande, in valore assoluto, rispetto a quello del 2008, cioè si produce più adesso che prima della crisi – ma avvisa che non si deve abbassare la guardia. Leggi l'intervento di Osborne Lotta per l'occupazione - Guarda il video di Ferrara Basta con l'onanismo sulla disoccupazione, il lavoro si crea così

03 APR 2014

Dopo le municipali francesi

Valls, un liberale duro per tirar fuori Hollande dalle macerie elettorali

L’equazione, per François Hollande, era “di una complessità abissale”, come diceva al Monde una fonte anonima dell’Eliseo. Come uscire dalla “déroute historique”, 151 città perse alle municipali, città grandi come Tolosa, Reims o Amiens che vanno alla destra, il crollo di bastioni come Limoges? La risposta in realtà è stata piuttosto semplice: se l’Eliseo vuole dare un segnale di cambiamento, l’unico uomo che ha a disposizione è Manuel Valls,  odiato dall’apparato socialista politicamente corretto (ma amato dalla base, grazie a patriottismo e modi duri) quanto basta per fare, ora che è stato scelto finalmente come premier, tutto quel che Hollande non è riuscito a imporre, imbrigliato com’era nella guerra per bande del Ps.

31 MAR 2014

Sesso e parrucche

Doveva essere un racconto vintage, “The Americans”, un viaggio nel passato pieno di sesso, parrucche, violenza e bugie, con una coppia fighissima di agenti del Kgb che vivono da americani, hanno due figli e un’agenzia di viaggio, e quando ricevono ordini in codice da Mosca corrono giù in lavanderia, preparano quel che serve per la missione, i vestiti e le armi e le macchinine fotografiche per poi trasmettere documenti sulle bombe atomiche americane, salutano i bambini, “magari facciamo un po’ tardi stasera, non guardate troppa televisione”, e vanno ad ammazzare qualcuno.

28 MAR 2014

Come re Lear, Murdoch chiede ai figli una prova d’amore (e di bravura)

I figli di Murdoch sono tornati, papà ha deciso che la crisi del suo impero è finita e si può tornare a vivere e a litigare, tanto più adesso che non c’è Wendi che lo tratta come un vecchio rincoglionito. Rupert Murdoch ha 83 anni, ripete che non c’è nessuna successione di cui parlare, sta bene e le sue aziende stanno bene, ma intanto da anni mette alla prova i suoi figli e i suoi manager per vedere chi vince la gara, per scoprire chi davvero può essere l’erede al trono del suo impero mediatico ormai spezzato a metà. Come re Lear con le sue figlie, in gara per dimostrargli il loro amore e assecondare il volere dell’anziano padre, anche Murdoch ha messo i suoi figli di fronte a molte prove.

28 MAR 2014

Nella Silicon Valley l’ansia da rottamazione ti prende a trent’anni

Non puoi invecchiare, è vietato, e se per caso ti capita di avere una ruga, un capello bianco o un figlio di un’età che rivela anche la tua, nascondili. Con il botox, le tinte, le bugie, con delle comparse anche, basta che la finzione regga, perché se sei vecchio, nella Silicon Valley, non esisti. L’ansia da rottamazione, nel regno dei giovani e dei garage e delle rivoluzioni digitali, è una malattia grave. Noam Scheiber ha firmato un articolo di copertina su New Republic (illustrato con un ragazzo che ha i capelli bianchi ma non sembra affatto da rottamare) in cui racconta questa malattia, che nasce da quello che gli americani definiscono “ageism”, la discriminazione dei più anziani, che sarebbe pure illegale.

27 MAR 2014

Dopo le municipali francesi

Hollande cerca una tattica (e delle scuse) per salvare la faccia al Ps

Ritirarsi laddove non è più possibile vincere, raggrupparsi a sinistra per fare massa critica contro le destre. Questa è la strategia decisa dal Partito socialista di Francia ieri, dopo la sconfitta alle municipali di domenica, in un concitato vertice a rue Solférino, risultati delle elezioni alla mano, tra musi lunghi e spavento, con i molti ministri che ancora non sanno se i loro comuni resteranno socialisti, o una come Martine Aubry, elefantessa del Ps, che deve sottoporsi al secondo turno a Lille. Leggi anche Meotti Il superego della Francia è malato

24 MAR 2014

Speciale online flash 15:55

Così il dj e presentatore Noel Edmonds vuole comprare la Bbc per salvarla

Noel Edmonds vorrebbe comprarsi la Bbc, sta parlando con un gruppo di investitori, ha detto al Sunday Times, per creare un modello di business che dia un futuro alla tv pubblica del Regno Unito. Edmonds conosce bene la Bbc, ci ha lavorato una vita, è uno dei dj più famosi di Radio 1 (ora su Sky 1 conduce quel programma in cui gli adulti devono sforzarsi di sembrare più intelligenti di ragazzini di 10 anni, e non ci riescono). Al momento, il 53 per cento delle entrate della Bbc sono date dalla “licence fee”, cioè più della pubblicità e degli abbonamenti, ma Edmonds (che ha amesso di non pagarlo, questo canone) vuole cambiare tutto.

18 MAR 2014
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