Enrico Letta, segretario del Pd (LaPresse)

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Ok l'imbarazzo, ma non si infierisca su Letta

Andrea Marcenaro

Nonostante la pessima scelta di comunicazione social, non è il caso di attaccare il già deriso segretario dem. Ma impari anche lui: sarebbe bastato mettere Calenda dall'altro lato

Si è sghignazzato senza ritegno, e perfino più a sinistra che a destra, sul compagno Enrico Letta. Per un suo manifesto elettorale diviso sciaguratamente a metà e con il quale sono stati allagati i social network: “Con Putin. Con l’Europa. Scegli!”. Rosso di qua. Nero di là. E in evidenza la faccia del conducator. Quale imbattibile cazzata. Eppure, no. Nemmeno in questo caso è apparso elegante maramaldeggiare sopra un errore di comunicazione del caposquadra, destinato tra l’altro a scomparire sotto una valanga. Non è stato leale, non è sembrato elegante, esibiva quel modo un po’ ribaldo che non andrebbe mai proposto. Anche Enrico, però, deve imparare. Tutt’altra reazione avrebbe suscitato un manifesto con identica grafica, un rosellino pallido di qua, un tenuissimo azzurro di là, e sui due lati stampato grosso: “Con me? O con Calenda e lo zio Gianni?”.
 

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.