Foto LaPresse

C'è di peggio della politica estera italiana?

Andrea Marcenaro

C'è altro oltre ai voti sbagliati all’Onu, i problemi libici e le questioni curde

Volendo considerare l’ennesimo voto all’Onu contro Israele, oppure i balbettii nei confronti del pandemonio libico, o la semicomplicità, anzi, diciamo tre quarti, con l’Iran dei boia nucleari, così come con l’Erdogan delle pretese ultraregionali; e valutando quindi il passo della quaglia sulla questione curda, o i ripetuti inchini alla Cina, non ultimo quello riguardante le sardine di Hong Kong, o prendendo in esame le genuflessioni a stantuffo davanti a Putin, dato che immediatamente dopo davanti a Trump, o se no rivendicando il diritto di considerare le figure di merda con Francia e Germania, i vecchi gillet-gialli quanto all’una, le brache perennemente a mezz’asta quanto all’altra, e tutto questo osservando, si stava dicendo (ci sarebbe anche il resto), ecco lì come un osservatore superficiale potrebbe concluderne che la politica estera italiana sia a un disastro. L’Unione Europea invece, davanti al mondo intero, ha ufficialmente sottolineato due giorni fa la qualità assoluta dei nostri spaghetti all’amatriciana. Senza cipolla.

Di più su questi argomenti:
  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.